Nell’Archivio Storico vengono custodite le testimonianze della vita, dei progetti, delle scelte, delle strategie, dei prodotti, degli uomini che hanno operato nella Barilla.
Non si tratta, tuttavia, di un “cimitero dei ricordi”, ma di un archivio “vivo”, costantemente alimentato e aggiornato, e aperto alla consultazione, efficace strumento operativo per un’Azienda che vuole promuovere l’innovazione nel rispetto della sua tradizione, con la coscienza che le azioni di oggi saranno storia domani e potranno tornare a “parlare” se solo qualcuno avrà il desiderio e la volontà di “leggerle”.
Storia dell'archivio storico Barilla
Un Archivio vivo
Un'Azienda nella Storia
La Barilla trae le sue origini dal Forno che Pietro Barilla senior apriva in strada Vittorio Emanuele nel 1877. Una costante e progressiva crescita contraddistingue la sua storia. Nel 1910 sorge lo stabilimento di Barriera Vittorio Emanuele; a Pietro succedono i figli Gualtiero e Riccardo. Morto prematuramente Gualtiero, il fratello Riccardo guida l’Azienda, coadiuvato dalla moglie Virginia. Dopo il secondo conflitto bellico, con l’ingresso di Pietro e Gianni, vengono poste le basi per il forte sviluppo degli anni Cinquanta, con la costruzione del nuovo stabilimento di viale Veneto nel 1957 e di Pedrignano nel 1968. Nel 1971 Gianni e Pietro Barilla cedono l’Azienda alla multinazionale americana Grace, ma nel 1979 Pietro Barilla riacquista il pacchetto di maggioranza della Società. Con la sua scomparsa, nel 1993, i figli Guido, Luca e Paolo assumono la guida dell’Azienda di Famiglia, intraprendendo una profonda opera di riorganizzazione interna e di espansione sul mercato internazionale.
Barilla è leader mondiale nel segmento pasta e prima in Europa per i prodotti da forno con i marchi Mulino Bianco (dal 1975) Wasa (dal 1999). Al gruppo Barilla appartengono anche i marchi Braibanti (dal 1987) e Voiello (dal 1973) nel settore pasta e Pavesi (dal 1992) e Pandistelle (dal 2007) nei prodotti da forno.
Storia di un progetto
Una storia – quella della Barilla – che per più di un secolo si intreccia con quella della città e, con più ampi confini, dell’economia e della cultura italiana. Nel 1987 nasceva il “Progetto Archivio Storico”, voluto dalla Presidenza dell’Azienda per raccogliere, opportunamente conservare e valorizzare la documentazione storica relativa alla vita più che centenaria della Società.
Era, infatti, da tempo che si sentiva l’esigenza di “conservare” memoria delle cose del passato e, a partire dagli anni Ottanta, anche per la più viva sensibilità espressa dal Presidente Pietro Barilla, era stata data attenzione nuova alla storia dell’Azienda che, nel 1977, aveva celebrato – un po’ in sordina – il primo centenario di vita. Ci si rese conto, in quell’occasione, che troppo esigue e sparse erano le tracce lasciate da quel secolo di attività.
Dopo una serie di incontri preliminari, nell’aprile del 1987, prendeva forma un sistema di ordinamento per la documentazione storica dell’Azienda.
Vennero da subito delineati i princìpi guida del lavoro degli anni successivi: recuperare la memoria del passato; conservare con i più corretti criteri i materiali e la documentazione; valorizzarli perché tornassero a far parte della cultura dell’Azienda e della più vasta realtà sociale.
Venne così identificata un’appropriata sede – piccolo primo nucleo dell’attuale Archivio Storico – all’interno di Villa Magnani, una palazzina liberty appartenuta ad una famiglia di commercianti di formaggi, un tempo confinante con le proprietà di Riccardo Barilla, poi inglobata nell’area dello stabilimento di Parma e oggi posta nel cuore del “Barilla Center”, sorto sul luogo dello storico Pastificio del 1910, dotato dei più moderni servizi: albergo, parcheggi coperti, multisala, Scuola di cucina “Academia Barilla”.
Gli ampi scantinati, sovrastati da suggestive volte in cotto, che avevano ospitato per decenni migliaia di forme di Parmigiano, proprio per la loro capacità di mantenere costanti nel tempo e nelle stagioni temperatura e grado di umidità, vennero prescelti per ospitare, una volta restaurati, la sede dell’Archivio Storico Barilla.
Ciò che inizialmente fu possibile recuperare dagli uffici e dall’Archivio centrale, costituì il primo nucleo dell’Archivio Storico. Si trattava, in realtà, di poche cose sfuggite al destino del tempo. Potrebbe a prima vista stupire che un’Azienda più che centenaria e gloriosa e di così vaste dimensioni e raggio d’azione, disponesse di pochi documenti della propria storia. In realtà per varie cause, infelicemente concomitanti, buona parte degli archivi era andata dispersa. Con la cessione dell’Azienda alla Grace, Pietro Barilla aveva trasportato altrove l’archivio della Presidenza che raccoglieva i documenti aziendali dalle soglie del secolo fino al 1970, e solo diversi anni dopo il suo rientro, parte sarebbe stata depositata all’Archivio Storico. Il successivo trasferimento degli uffici Barilla dalla sede di Parma al nuovo complesso di Pedrignano, in assenza di specifiche indicazioni al riguardo, era diventato occasione per eliminare – come sovente accade nei traslochi – la parte più “sorpassata” e consistente della documentazione.
Ci si trovò così nella paradossale situazione di dover organizzare… un archivio che non c’era. Irrimediabilmente perdute le stratificazioni dei documenti che l’attività aziendale porta a creare, ci si trovò di fronte a – pur importanti – documenti sparsi, avulsi dal loro contesto documentale, relitti salvati dal naufragio degli anni per la loro intrinseca importanza o perché occasionalmente finiti sotto la giurisdizione di qualche funzionario più attento e… conservatore.
Fu così necessario intraprendere una vasta azione di integrazione del patrimonio posseduto, attraverso ricerche presso Archivi pubblici e privati, Agenzie pubblicitarie, Case di produzione, che hanno consentito, più di una volta, di ricostituire la pressoché totale completezza delle serie (ad esempio, della pubblicità televisiva con oltre 800 spot in 40 anni, o della rassegna stampa con più di 15.000 articoli in un secolo).
A quel punto, perduto l’Archivio e la sua originaria organizzazione, fu inevitabile orientarsi ad un sistema di ordinamento per classi (Archivio classificato) che aveva l’innegabile vantaggio di garantire le migliori condizioni di conservazione dei documenti in funzione della loro multiforme tipologia.
Vennero così ordinate la Fototeca, la Rassegna Stampa, una Biblioteca specializzata, l’Emeroteca specializzata, la serie dei Bilanci e dei Cataloghi, la Videoteca, la Nastroteca, le raccolte di depliantistica, onorificenze, cartoline, materiale promozionale, ricettari, filmati pubblicitari, annunci, manifesti, confezioni e documentazione.
Nel contempo si presero opportuni provvedimenti “vincolando” i fondi dell’Archivio Centrale dell’Azienda, ritenuti storicamente fondamentali, in modo che potessero sopravvivere alla eliminazione automatica e andare ad alimentare nel futuro l’Archivio Storico.
A partire dagli anni Settanta, come abbiamo ricordato, diverse Società erano entrate a far parte del Gruppo Barilla, apportando, a fianco dello specifico contributo tecnologico e commerciale, anche la ricchezza culturale frutto della propria storia e tradizione d’impresa.
Così sono oggi presenti presso l’Archivio Storico Barilla i più contenuti, ma egualmente importanti, archivi d’impresa – o quanto di essi il tempo ci ha conservato – delle marche Braibanti (fondata a Parma dall’ing. Ennio Braibanti nel 1870), Pavesi (sorta nel 1937 a Novara per volontà di Mario Pavesi), Tre Marie (antichissimo forno milanese attivo nel campo della pasticceria dal 1896) e Voiello (nata a Torre Annunziata dall’iniziativa di Teodoro Voiello nel 1879), strutturati in forma analoga all’Archivio Barilla.
Ciò che oggi l’Archivio Storico Barilla conserva, è sicuramente una quantità cospicua – che supera di gran lunga le 50.000 unità – e qualitativamente significativa di documentazione, fondamentale per chi voglia ripercorrere, in tutto o in parte, la storia dell’Azienda. Ma la ricchezza quantitativa e tipologica del patrimonio conservato, ci consente anche di gettare uno sguardo su un ampio spaccato della società italiana permettendoci di ripercorrere mode, stili, atteggiamenti, abitudini ed emozioni di un’Italia in costante evoluzione.
Per questo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tramite la Sovrintendente agli Archivi per l’Emilia Romagna, con apposito documento amministrativo siglato il 30 novembre 1999, dichiarava l’Archivio Storico Barilla «di notevole interesse storico» in quanto «testimone dello sviluppo dell’industria alimentare a Parma e dell’evolversi del costume in Italia». L’importante riconoscimento, attribuito fino ad oggi ad un ristretto numero di Archivi d’Impresa italiani e unico in Emilia Romagna, giungeva a siglare i dieci anni di attività dell’Archivio stesso e ne testimoniava l’importanza e la consistenza.
L’Archivio Storico, ubicato fin dal 1987 negli ambienti di Villa Magnani, presso lo stabilimento Barilla di Parma, nel 1999, in vista della completa trasformazione urbana dell’area, oggi divenuta il Barilla Center, veniva trasferito presso l’ex stabilimento Braibanti, nella zona sud-ovest della città. Nel 2004 l’Archivio si spostava nuovamente per approdare in via definitiva presso il quartier generale Barilla di Pedrignano, dove tuttora si trova.
Il sistema informatico di gestione dell’Archivio Storico
Attraverso un sistema computerizzato di schedatura e con l’ausilio delle più moderne tecnologie informatiche e ottiche, è possibile cercare, attraverso un «Thesaurus» di parole chiave e immediatamente visionare a monitor il patrimonio conservato, suddiviso in grandi categorie tipologiche, al fine di garantirne la migliore conservazione per le future generazioni.
La scelta di orientarsi, per l’ordinamento dei fondi, ad una archiviazione classificata, ha portato alla ricerca di un sistema di gestione che permettesse, almeno in parte, di ricostituire le importanti correlazioni esistenti fra i vari documenti e reperti appartenenti a differenti tipologie e classi.
Era in realtà fondamentale poter ricollegare fra loro documenti e reperti afferenti uno stesso tema o argomento, e poterli contestualmente “vedere” o visionare al fine di verificarne l’interesse per la specifica ricerca in corso.
In pratica si voleva realizzare un sistema di ricerca mediato (e che quindi riducesse lo stress da usura sui documenti originali e più preziosi) ma estremamente delineato, tale da consentire con certezza e rapidità l’identificazione dei documenti desiderati fra tutti quelli non interessanti al momento. Era tuttavia ineludibile, data l’entità e la qualità del materiale, la necessità – e, ricordiamolo, siamo nel 1987 e lo sviluppo dell’informatica non era quello di oggi – di un sistema che gestisse, oltre ai dati, anche l’immagine dei singoli reperti.
Uno screening dei principali sistemi elettronici di gestione dei dati e delle immagini, realizzato con l’ausilio dei Sistemi Informativi aziendali, portò a scegliere il sistema Apple, estremamente flessibile per la grafica e ritenuto di livello qualitativo adeguato.
Con l’ausilio del programma di software «4 Dimension» è stata opportunamente realizzata una serie di griglie di inserimento dati e di liste di gestione, specifiche per ogni categoria di materiale, e dotata di appositi campi di ricerca. Tuttavia una serie di campi (intestazione, autore, data, soggettario) è consultabile attraverso una procedura di Ricerca Generale che consente, pertanto, ricerche diffuse su tutte le categorie esistenti.
Il Thesaurus, o soggettario, è struttura parallela a tutte le categorie di inserimento dati e da tutte le griglie è accessibile, implementabile e modificabile.
Le griglie di inserimento delle categorie iconografiche permettono di gestire, in una apposita area, inventari e collocazioni di tutti i “supporti” esistenti della stessa immagine (originale, negativo, diapositiva, lastra originale, copie a stampa, file digitale…; film in pellicola, in magnetico, file digitale; …).
Le attività culturali dell’Archivio Storico
Ma l’Archivio Storico non esaurisce i suoi compiti nella tutela, e completa le sue funzioni con la promozione culturale, in primis all’interno del tessuto aziendale, collaborando con momenti specifici ai corsi “Welcome to Barilla” per i neo assunti o a incontri di aggiornamento e approfondimento per gli operatori del marketing, oppure aprendo le porte a tutti coloro che dall’esterno debbano affrontare ricerche storico-economiche legate all’attività della Società, dei suoi Marchi o dei suoi prodotti.
È ancora punto di attenzione per quegli studenti universitari che desiderino affrontare Tesi di Laurea sulla storia della Barilla (Marketing, Pubblicità, Comunicazione, innovazione, tecnologie, storia economica, …), o per studiosi e ricercatori che vi trovano un’ampia documentazione di storia sociale e dell’impresa, dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni.
L’Archivio è stato, inoltre, nel tempo il curatore di pubblicazioni antologiche (Barilla: cento anni di pubblicità e comunicazione, 1994; Pavesi: cinquant’anni di pubblicità e comunicazione, 1997) o specifiche (La collana “I quaderni dell’Archivio Storico” in formato CD-Rom con titoli su: I calendari Barilla; Gli stand Barilla, Le colonne sonore degli spot Barilla…) e di servizi storico-divulgativi sulla stampa quotidiana e periodica: attività tutte tese allo studio, alla valorizzazione ed alla integrazione del patrimonio documentario esistente.
È, infine, partner attento e disponibile nella realizzazione di iniziative, organizzate da altri Enti o Istituzioni, tese alla valorizzazione della cultura d’impresa (mostre, conferenze, programmi televisivi, servizi giornalistici, …).