Il Piccolo Mugnaio Bianco

di Emmanuel Grossi

È l’alba degli anni Ottanta. Mulino Bianco, pur essendo un brand giovane (era nato a fine 1975), è da tempo il leader indiscusso nel segmento dei biscotti e ha già visto nascere e morire molte linee di prodotti-fotocopia, sfornate dalla concorrenza nel vano tentativo di emularne il successo. Intanto, la produzione si è molto diversificata: alle fette biscottate e ai biscotti originari (Campagnole, Galletti, Rigoli, Tarallucci) si sono aggiunti altri formati, cracker, grissini, merendine… Si decide pertanto di differenziare anche le campagne pubblicitarie: la serie Quando i mulini erano bianchi, ambientata nella società rurale di fine Ottocento, sarebbe proseguita per i prodotti più genuini della tradizione (fette, biscotti…), mentre le merendine, più elaborate, avrebbero preso un’altra strada, rivolgendosi direttamente ai bambini durante le loro trasmissioni pomeridiane preferite.

Giovanni Gorla, account dell’agenzia Troost, contatta la famosa illustratrice Grazia Nidasio, che da tempo disegnava sul “Corriere dei Piccoli” i fumetti della Stefi, sorella minore di quella Valentina Mela Verde che tanto successo aveva riscosso negli anni Settanta. Dalla sua matita nasce il Piccolo Mugnaio Bianco, un simpatico personaggino che nel suo minuscolo mulino nascosto tra le spighe di grano della Valle Felice crea ghiottonerie sempre nuove, spesso farcite di cioccolato o marmellata: Biricche, Camille, Campanelle, Soldini, Tegolini e varianti dei già celebri Bomboloni, Crostatine e Saccottini. Musa ispiratrice e destinataria privilegiata delle sue opere di pasticceria è la rubiconda e sempliciotta Clementina, di cui Piemmebì è perdutamente innamorato ma che nemmeno sa della sua esistenza, continuando a sognare il Principe Azzurro mentre si sbafa le merendine che le giungono in dono dal misterioso ammiratore.

La serie sperimenta con successo il doppio binario di stampa e televisione: le avventure del Piccolo Mugnaio escono in doppia tavola sulle testate di fumetti (“Il Giornalino”, “Topolino”…) e in parallelo lo stesso episodio va in onda in televisione, a cartoni animati. Si occupano della realizzazione degli spot (solitamente di un minuto l’uno) due colonne portanti dell’animazione milanese: dal 1982 al 1986 Angelo Beretta con la propria casa di produzione RDA 70 e dal 1987 al 1989 Michel Fuzellier con la società Quicksand.

Il successo di Piemmebì sarà tanto e tale che gli saranno via via dedicati calendari, gadget, articoli di cartoleria, regali della raccolta punti e alcune delle mitiche sorpresine, che in quegli stessi anni popolavano le confezioni di merendine e spopolavano presso tutti i bambini.

Il personaggio

Story board originali

Oggetti ispirati al Piccolo Mugnaio Bianco