Maria Perego racconta

di Emmanuel Grossi

Maria Perego era la “mamma” di Topo Gigio, personaggio amatissimo da generazioni e generazioni di bambini letteralmente di tutto il mondo. La incontrammo nel 2012, per farci raccontare i trascorsi pubblicitari “del Gigio” (come lo chiamava affettuosamente lei). 

Topo Gigio nasce nel 1959 (“in realtà ci ha messo un bel po’ a nascere, a formarsi: ha avuto varie voci, varie animazioni…”), dalla creatività di Maria Perego e suo marito Federico Caldura, autore e regista. E inizia ben presto a fare pubblicità: per la maglieria sintetica Movil della Montecatini.
Ma in RAI si sono molto arrabbiati con noi! Anzi, siamo proprio stati espulsi da tutti i programmi, perché ritenevano di possedere Gigio. E il fatto che noi facessimo pubblicità li ha offesi a morte. In quella situazione – non ricordo i dettagli, perché non lo conoscevo, era un angelo venuto dal cielo – ci difese Enzo Biagi, che andò a guardare i contratti (a quel tempo la società era Perego, la Topo Gigio s.r.l. non esisteva ancora) e verificò che il personaggio non era della RAI, quindi era libero. Era il 1961. E infatti nel 1962, essendo stati espulsi, ci siamo dati da fare e abbiamo trovato lavoro prima in Inghilterra, poi negli Stati Uniti. Nacque come una necessità e diventò la nostra fortuna”.  

È in quello stesso 1962 che Gigio fa il suo esordio come testimonial dei Pavesini.
C’era ancora Mario Pavesi, il proprietario dell’azienda. È lui che ha voluto Gigio! Qualche volta veniva anche ad assistere alle riprese. Abbiamo sempre girato a Milano. I primi anni le regie erano di mio marito, io non ero nemmeno presente in studio. Lo riconosco dalle animazioni: non ero io a muovere Gigio. Ed era un periodo in cui vivevo praticamente in aereo: Londra, New York, Madrid. E Milano per la famiglia. Era un andare continuo…
Ci arrangiavamo: per motivi di salute, mio marito usciva poco, così avevamo trasportato tutto in casa. Al piano di sotto c’era il laboratorio, dove giravamo le piccole cose…
I primi tempi le sceneggiature erano scritte (sempre con la nostra collaborazione) da Italo Terzoli, grande autore e persona deliziosa. Eravamo sempre in televisione, ci conoscevamo un po’ tutti…
In seguito, molte regie vennero curate da Vieri Bigazzi, della Unionfilm.
Per le musiche abbiamo usato spesso Vittorio Paltrinieri: ho fatto con lui la maggior parte delle canzoni di Gigio, era un musicista splendido e aiutava tanto i cantanti. Anche lui persona deliziosa. Andavo da lui, montavamo assieme… Io rimpiango molto la moviola! Anche Paltrinieri aveva una cantina… Eravamo tutti poveri. Però vivevamo tranquilli lo stesso. Anche Gigio è sempre stato povero: con i soldi avrebbe potuto fare molto di più. È nato in anticipo di vent’anni: già solo per la ripresa, per le luci, spaventava i registi! Io sono stata fortunata, sono nata nel momento giusto: adesso ci sono tanti talenti, ma non è mai il momento giusto, non riescono a sfondare. A quell’epoca c’era bisogno di talenti, e c’era amore per la cultura. E Gigio ha saputo conquistare tutti.

A tal punto da rimanere testimonial dei Pavesini per più di un decennio (praticamente fino alla fine di Carosello), con soggetti sempre nuovi e immutato gradimento da parte del pubblico di bambini… di tutte le età.