Ma cosa mi dici-dici mai!?

di Emmanuel Grossi

Nel meraviglioso mondo dei pupazzi animati (marionette, burattini e loro discendenti tecnicamente sempre più evoluti) occupa una posizione di primissimo piano Topo Gigio, il più famoso d’Italia e uno dei più noti a livello internazionale.

Nato come personaggio di contorno in serie collettive, “il Gigio” – come lo chiama amorevolmente la sua mamma, Maria Perego – dimostra subito stoffa da protagonista e conquista il cuore di grandi e piccini, raggiungendo altissimi livelli di popolarità in tutto il mondo. Un mondo, quello degli anni Sessanta-Settanta, in cui mode e tendenze arrivano tardi, le notizie viaggiano lente e treni ed aerei ancor di più. Ma Gigio non conosce ostacoli né frontiere.
Insieme alla signora Perego va ospite una novantina di volte al mitico Ed Sullivan Show americano e in centinaia di varietà televisivi in Argentina, Austria, Germania, Inghilterra, Messico, Portogallo, Svizzera e soprattutto Giappone, dove è anche protagonista di un film, Topo Gigio e la guerra del missile del 1969, che forma una trilogia cinematografica con gli italiani Le avventure di Topo Gigio del 1963 (diretto da Federico Caldura, marito e collaboratore di Maria Perego) e Topo Gigio gira il mondo in 80 giorni del 1989 (regia di Romolo Siena).
Ma la sua frenetica attività non si limita agli schermi, piccoli e grandi: ispira linee di merchandising, lo ritroviamo in versione peluche, a cartoni animati o sui libri per l’infanzia, partecipa a molti eventi dal vivo (prime fra tutte, le operazioni di solidarietà dell’Antoniano di Bologna) e incide decine di dischi (recitando o cantando) per il mercato italiano, iberico e sudamericano.

La sua stessa voce nasce da un disco: ricorda Maria Perego che l’ispirazione le venne ascoltando La sveglietta di Domenico Modugno a velocità raddoppiata. E subito si orienta in quella direzione e si modula su quei toni l’attore e doppiatore Peppino Mazzullo, noto ai bambini del tempo anche come Richetto, lo scolaro discolo che appariva spesso a fianco di Cino Tortorella-Mago Zurlì.
Mazzullo continuerà a doppiarlo per mezzo secolo, in lingua non solo italiana ma anche brasiliana, spagnola e inglese, per ritirarsi poi a vita privata, nella sua Sicilia, solo in tarda età.

Proprio su La sveglietta verte uno dei primi caroselli di Gigio per i Pavesini, di cui è testimonial di ferro dall’estate del 1962 a quasi tutti gli anni Settanta. In un quindicennio assistiamo all’evoluzione della sua immagine, lo vediamo diventare più carino e paffutello, parlare coi bimbi a casa e sul set, cantare il jingle “Ho comprato i Pavesini e me ne vanto” (sull’aria di I salamini di Ettore Petrolini), presentare i concorsi a premi che via via si avvicendano e soprattutto rapportarsi con tanti attori (a partire dai bravi comprimari Ettore Conti ed Elio Crovetto), uscendo ben presto dal proprio teatrino per interagire con gli umani nel mondo reale (con grandi acrobazie tecniche). Sarà attore, imitatore, giardiniere, sciatore, titolare di una rubrica di posta e di un telefono amico, maldestro automobilista e motociclista, soldato di leva, indossatore e a più riprese imbranato agente segreto, con il nome in codice di Zero-Zero-Virgola.

A Carosello, con perfetta ciclicità (assolutamente casuale), Gigio debutta nel 1961 per la maglieria sintetica Movil della Montecatini e chiude con lo stesso gruppo industriale, che tramite la divisione alimentare Alimont (poi Alivar) aveva nel frattempo acquistato la Pavesi. E per i bambini degli anni Sessanta e Settanta, Topo Gigio e i Pavesini restano tuttora un affettuoso binomio inscindibile.