Esposizione Internazionale. Torino, 1928
Torino, IV Centenario di Emanuele Filiberto, X Anniversario della Vittoria. Esposizione Nazionale e Internazionale. 1928.
Trascorso soltanto un anno dalla Esposizione romana, importanti rassegne presero il via in due delle tre città del triangolo industriale italiano: Torino e Milano.
La mostra torinese, che può essere annoverata tra gli eventi celebrativi del tempo, collegava idealmente due avvenimenti, uno legato alla storia locale: il IV Centenario del condottiero Emanuele Filiberto; l’altro alla storia nazionale (Guerra 1915 – ’18), decimo anniversario della Vittoria. Uno spazio considerevole venne riservato alla Mostra dell’Alimentazione.
Ancora una volta risulta significativa la presenza della Barilla, che presenta uno stand, indicato col n.79, di solido impianto architettonico modellato in legno secondo un gusto vagamente classicheggiante. La struttura si configura come “gigantografia” di un mobile a parete, dove le ampie superfici vetrate del prospetto sono inquadrate dai piedritti, dall’alto basamento e dalla cornice a sbalzo che chiude in altezza la parte terminale dallo stand.
Lo schema compositivo scandisce ad intervalli differenziati l’ampiezza dei pannelli vetrati, privilegiando formalmente e dimensionalmente la vetrina centrale delimitata superiormente da un arco rialzato a tutto sesto che supera in altezza quelle laterali rettangolari. Su queste svettano simmetricamente due alte coppe in legno a base quadrata poste come unico elemento decorativo al vertice della composizione. Agli estremi i lunghi e stretti telai vetrati sono impreziositi dalla presenza di archetti in palissandro abilmente sagomati.
Le più ampie vetrine intermedie, e così pure quella centrale ad arco, sono ravvivate dalla presenza di festoni in velluto rosso simili a siparietti aperti sulla profonda prospettiva impreziosita dalla presenza dei prodotti Barilla. In una esposizione che accoglie l’intera gamma produttiva della ditta parmigiana, l’evidente accenno al motivo teatrale costituisce uno degli emblematici riferimenti alla città della musica.
All’interno della preziosa “scatola” di vetro che reca a caratteri d’oro l’insegna del pastificio, ventagli di spaghetti ed altre innumerevoli confezioni Barilla si stagliano nitidamente sullo sfondo di mossi drappeggi di stoffe multicolori. Il profilo del “Cuoco volante” sembra planare sui contenitori rievocanti nella loro organizzazione compositiva l’immagine di una città osservata a volo d’uccello, soggetto a sua volta di un cartello pubblicitario del pastificio nei primi anni Venti.
In questo modo lo stand assume la connotazione di un vero e proprio negozio urbano dove l’inconsueta ampiezza della vetrina permette una inquadratura espositiva ideale per la percezione dei prodotti.
Nel suo insieme e nei suoi dettagli costruttivi, lo stand delle “Paste Alimentari Barilla” s’impone come opera di alta ebanisteria, rinnovando i successi di un artigianato locale degno dell’antica tradizione resa celebre dai “maestri d’ascia” parmigiani.
Il tocco “patriottico”, che l’intitolazione della mostra chiaramente sottintende, è sottilmente espresso da altissimi fasci di spaghetti tenuti insieme dalla spirale di un nastro tricolore.
Sensibile e ammirata per il considerevole impegno espositivo dello stand Barilla alla rassegna torinese, la Commissione tributò al pastificio parmigiano il “Diploma di Gran Premio” con targa in bronzo dorato, oltre ad un secondo diploma di Medaglia d’Argento, dono della Confederazione dell’Industria di Torino.
Lo stand, progettato con ogni probabilità dall’architetto emiliano Mario Bacciocchi, che per la Barilla aveva curato anche l’arredo del coevo negozio nella centralissima via Cavour, venne riprodotto anche in una cartolina pubblicitaria e dello stesso l’Archivio Storico Barilla conserva un modellino realizzato dagli allievi dell’Istituto d’Arte “Paolo Toschi” di Parma.