Le foto dei back stage dei caroselli con Mina (1967)

di Giancarlo Gonizzi

– Splendido quadro! Ma di chi è?
Il recupero delle pellicole cinematografiche dei caroselli Barilla aveva arricchito l’Archivio Storico di immagini straordinarie con testimonial d’eccezione e aveva aperto la strada a ricerche e studi per identificare autori, registi, sceneggiatori e recuperare informazioni significative per integrare l’archivio. Così erano progressivamente entrati in scena nomi di spicco del mondo dello spettacolo e l’attenzione al tema era continua. Quell’anno era venuta a darci una mano Antonia, con una grande esperienza in azienda e ormai prossima alla pensione.
Quando avevamo recuperato l’archivio Pavesi, a Novara – e questa è sicuramente un’altra storia da raccontare – avevamo trovato anche una moviola, monumentale e pesantissima, che avevo fatto trasportare a Parma. I tecnici Barilla avevano rifatto l’impianto elettrico e con l’aiuto di un vecchio montatore parmigiano l’avevamo rimessa in funzione. Avevo così visionato la serie dei caroselli di Mina girati nel 1966 per la regia di Piero Gherardi (1909-1971) e, utilizzano del filo di cotone acquistato in merceria, avevo segnato, inserendoli nella forellatura di trascinamento, i fotogrammi più significativi e a fuoco per farli duplicare.
Stavo giusto ordinando le diapositive duplicate sulla lavagna luminosa quando Antonia, alle mie spalle, disse: ma io quelle foto lì le ho già viste…
– Impossibile! Le ho fatte ricavare da pellicole che sono arrivate da poco tempo e nessuno, oltre a me e ai tecnici della casa di produzione che ci avevano aiutato a ordinare le pellicole, poteva materialmente avervi accesso.
– Eppure io quelle foto lì me le ricordo. Le ho viste diversi anni fa. Ma sono così particolari che non posso dimenticarle.
– Allora se le hai viste “diversi anni fa” vuol dire che era il 1966! – No, no, io non c’ero ancora; parliamo di cinque o sei anni fa.
– Allora dovresti cercare di ricordare dove le hai viste e, soprattutto, capire dove possano essere ora.
– Secondo me erano fra le carte del dottor Allodi. Prima di dedicarsi al Mulino Bianco, lui aveva seguito per un certo periodo la pasta…
– E dove potremmo andarle a cercare?
– Io proverei a vedere in archivio centrale, se ci sono ancora.
– Scusa, cosa sarebbe l’archivio centrale? Nessuno me ne ha mai parlato…
– Si tratta del grande archivio dove tutti gli uffici ripongono la documentazione da conservare nel tempo. Ma per andarci, o hai delle cose tue da recuperare o devi farti autorizzare.

La settimana seguente, con la benedizione della Presidenza, io e Antonia varcavamo la porta di un grande capannone con archivio compatto, che scorreva su binari con apposite manovelle. Chilometri di buste e faldoni. Antonia, con una certa sicurezza, mi portò alla sezione del marketing pasta e passammo con attenzione gli scaffali. Ciò che leggevo mi faceva impallidire. Centinaia di dossier di grande importanza stavano riposti in quel luogo.
– Antonia ma che fine fanno, poi, queste cose?
– Ogni tanto viene qualcuno e butta le cose più vecchie!
Follia! Quel luogo doveva essere verificato palmo a palmo e recuperato tutto quanto poteva servire per la storia dell’Azienda. Ne avrei parlato poi col Dott. Ganapini – l’Assistente di Pietro Barilla – e in alcuni mesi di lavoro avremmo contrassegnato tutti i dossier da conservare e li avremmo trasferiti in Archivio. Oggi, dopo molti anni di lavoro, oltre un chilometro di documenti è stato catalogato ed ogni busta è agevolmente recuperabile.
Ma intanto, Antonia, col suo movimento ondeggiante, stava passando in rassegna un ripiano ed estrasse una busta di grandi dimensioni.
– Ero sicura che ci fossero ancora!
Esultò festante. Sfilai delle foto in bianco e nero 30×40 con Mina immortalata durante le riprese dei caroselli diretti da Piero Gherardi.

Una fantasia multiforme lo aveva guidato nella realizzazione dei due cicli di caroselli (10 cortometraggi) per la pasta Barilla a cavallo fra il 1966 e il 1967: suoi sono i costumi irreali e fantastici, ma sempre eleganti e raffinati realizzati dalla sartoria di Gabriele Mayer, sua la scelta delle location, spoglie per meglio dar risalto alla diva, suo il trucco del volto di Mina, di volta in volta sensuale, sbarazzino, impenetrabile.
La busta era indirizzata proprio al dott. Allodi. Voltai le foto e, al retro, il timbro del fotografo: Piero Pascuttini, Roma.
– Chissà se avrà ancora i negativi?
L’elenco telefonico mi aiutò rapidamente. Ma a quel numero non rispondeva nessuno. Non c’erano altre strade. Lo scrissi su un foglio da tenere in evidenza. Ogni giorno chiamavo, segnando l’ora, sempre diversa. Finalmente, dopo alcune settimane di unitili tentativi qualcuno rispose al telefono. Il fotografo era in viaggio. Sì, Piero aveva realizzato degli scatti di scena sui set dei caroselli Barilla. Pascuttini (1936-2009) era il fotografo delle dive e si era specializzato nei servizi sui set del cinema e della TV. No non li abbiamo più. Un mese fa li abbiamo venduti, con l’archivio, all’Agenzia Grazia Neri.
Un tuffo al cuore. Fossimo arrivati qualche settimana prima, quelle immagini ora sarebbero in archivio…
Il treno mi sta portando a Milano, dove Grazia Neri mi ha fissato un appuntamento. Grandi foto arredano le pareti. Mi accompagnano in un piccolo ufficio. Sul tavolo una cartellina. Si illumina il piano e sfolgoranti diapositive prendono vita sotto ai miei occhi. Ma sono a colori! Noi avevamo foto in bianco/nero! Il cavallo del Colosseo quadrato all’EUR drappeggiato con un mantello giallo! Cieli azzurri, scenografie mozzafiato. Un servizio straordinario, un centinaio di scatti in tutto. – Avete anche foto in bianco e nero?
– No su questo argomento è tutto ciò che abbiamo. Forse sono rimaste al fotografo.
Ora una copia di quelle immagini strepitose si trova in Archivio Storico. Ma delle foto in bianco/nero non siamo ancora riusciti a trovare i negativi… Forse, un giorno, chissà?