«In alto dal 1877»: un francobollo per i 145 anni di Barilla

Barilla celebra quest’anno i 145 anni di attività e lo fa, grazie alla collaborazione con Poste Italiane, “prestando” un’icona del proprio Archivio Storico ad un francobollo di tariffa B della serie “Le eccellenze del sistema produttivo ed economico” emesso il 6 dicembre 2022.
L’immagine riprende il manifesto voluto da Pietro Barilla nel 1947 per ricordare i 70 anni dell’Azienda ed è stata rielaborata e attualizzata da Brand Company. Alla stessa immagine fa riferimento il modello tridimensionale elaborato da Leonardo Ortolani e oggi conservato in Archivio qui riprodotto in alcuni scatti di Edoardo Fornaciari.

Il pallone areostatico, per la sua stessa capacità di sollevarsi da terra, ha da sempre suscitato curiosità e ammirazione. È Carlo Mattioli a ideare l’immagine della mongolfiera Barilla con i due personaggi – uno intento a salutare l’oggi, l’altro proteso a scrutare il domani – ma è la precisa mano di Giuseppe Venturini, parmigiano come Mattioli ma milanese di adozione, a tracciarne i vivaci contorni. 

«In alto dal 1877» è lo slogan che compare sui manifesti. Ed è una vivace mongolfiera a portare il messaggio: la guerra è passata, la Barilla c’è ancora. 

Da quando l’impresa sul pallone compiuta dai fratelli Montgolfier aveva indicato l’inizio di un’epoca nuova, quella macchina volante era destinata a diventare uno dei più vistosi e ricorrenti soggetti della réclame, sinonimo di progresso e di aneliti ascensionali, tema per arditi neologismi letterari e poetici. 

I velieri del cielo, in grado di navigare tra le nuvole, fecero sognare anche i bolognesi, catturati dalla grande passione per quegli involucri sferici. Sicché nella prima metà dell’Ottocento nella città felsinea fu varata un’offensiva pubblicitaria per finanziare le spedizioni di coraggiosi pionieri come Francesco Zambeccari e Francesco Orlandi. 

Nel 1906 poi, una gara di palloni aerostatici fu una delle attrazioni più attese all’Esposizione Internazionale di Milano in occasione dell’apertura del traforo del Sempione. Allora sontuosi manifesti a colori intitolati Cirillo Stephenson annunciarono la festa aeronautica: globi di tela a strisce, lucenti e oscillanti, si innalzano, si rimpiccioliscono, si allontanano librandosi sopra un lembo d’Italia e sulle sue città monumentali, da Milano a Roma a Napoli.

Nel 1935, quando ormai i cieli d’Europa erano solcati dagli aeroplani, i palloni dell’aria divennero stereotipi della comunicazione pubblicitaria. E alla Fiera Campionaria di Milano, presso il padiglione della Buitoni-Perugina, fu fatta scendere dall’alto una mongolfiera con a bordo della sua navicella i “quattro moschettieri”. 

Erano i protagonisti della celebre parodia radiofonica che stava conquistando i consumatori italiani, e la seconda serie delle loro radioavventure era intitolata appunto «I quattro moschettieri in pallone». Una trovata clamorosa che innescò il più coinvolgente e rivoluzionario fenomeno pubblicitario degli anni Trenta.

Perciò l’allegra mongolfiera del pastificio Barilla, diffusa per mezzo di manifesti e cartoline postali, è il sintomo della rinnovata promessa di volare alto, di dimenticare i guasti della guerra e di riprendere progetti ambiziosi già posti in cantiere prima del conflitto. Quella cordicella sospinta dal vento è un filo d’Arianna che sta riconducendo il pastificio verso i cieli della qualità.