Storia Barilla

Le origini

I documenti tramandano la figura di un Ovidius De Barillorum, maestro dell’arte dei fornai, che nel 1553 firmava i “Capitoli della Società per fabbricare il pane venale” necessario per la città di Parma. Una attività, quella di fornaio, che vede attiva la famiglia Barilla fin dal Cinquecento.
La storia dell’Azienda inizia però nel 1877, a Parma in strada Vittorio Emanuele, quando Pietro Barilla senior (1845-1912), lontano discendente di Ovidius, avvia, nella casa del fornaio Isidoro Cobianchi, una modesta bottega di pasta e pane con annesso forno. La lunga pratica come apprendista nel forno del nonno materno Vincenzo Lanati e, successivamente, in quello del cugino Giacomo, gli consente di acquisire quelle abilità nell’Arte Bianca che gli permetteranno di mettersi in proprio come fabbricante di pane e pasta.
Nel 1891 Pietro tenta di ampliare l’attività: apre un nuovo forno, ma l’operazione ha esiti infelici e porta al fallimento la famiglia. è il 1894 ed i Barilla devono vendere tutte le loro attività. Pietro però non si arrende e in un piccolo forno intestato alla moglie Giovanna Adorni (1851-1904), sempre ubicato in strada Vittorio Emanuele, lavora sodo per quattro anni, riuscendo a riconquistare le posizioni perdute e dando avvio alla produzione di pasta su ampia scala in un locale annesso alla bottega. Nel 1905 Barilla produce già 25 quintali di pasta al giorno, contro i soli 400 chilogrammi del 1903.

Gualtiero e Riccardo Barilla

Nel 1910 i figli di Pietro, Gualtiero e Riccardo, iniziano a guidare l’Azienda di famiglia; con loro l’attività si orienta decisamente verso la produzione industriale con la costruzione “fuori le mura” cittadine, nella zona di viale Veneto, di un grande stabilimento che dà lavoro a 80 operai e produce 80 quintali di pasta al giorno. Parallelamente inizia l’attività anche il nuovo panificio: dotato di un modernissimo forno continuo della ditta tedesca Werner & Pfleiderer di Stoccarda, consente la cottura “in continuo” del pane confezionato nel laboratorio e riesce a produrre fino a 20 quintali di pane al giorno.
La nuova realtà industriale si avvale di un marchio, ideato dal parmigiano Emilio Trombara (1875-1934) e disegnato dal decoratore Ettore Vernizzi (1880-1965) che raffigura un “garzone operaio” intento a versare un gigantesco uovo nella madia colma di semola.
Dopo gli anni della Prima Guerra Mondiale, durante i quali l’Azienda è impegnata a rifornire le truppe al fronte, muore, appena trentottenne, nel 1919, Gualtiero, istruito e lungimirante; tutto il peso dell’Azienda di famiglia ricade sulle spalle di Riccardo. Dotato di spirito pratico e coadiuvato dalla moglie, signora Virginia, liquidate le sorelle, guiderà l’impresa fino alla Seconda Guerra Mondiale, continuamente ampliando il pastificio e dotandolo di nuove macchine moderne in grado di ridurre i tempi di produzione e accrescere la qualità del prodotto.
Nel 1933 nasce la prima pressa-impastatrice continua italiana, progettata dagli ingegneri Giuseppe e Mario Braibanti di Parma, macchinario che darà il via al processo di automazione del pastificio moderno. Anche Barilla si dota delle innovative attrezzature progettate dai fratelli Braibanti. Tra la fine del 1936 e nel corso dell’anno successivo vengono installate nello stabilimento di via Veneto sei presse continue di seconda serie, che riuniscono in una unica macchina, per la prima volta, le funzioni di impastatrice, gramola e torchio.
Nel 1936 Pietro (1913-1993), figlio di Riccardo, entra in Azienda per occuparsi dello sviluppo del settore commerciale. Una autentica svolta si avrà l’anno successivo, con il lancio della pasta Fosfina, arricchita di fosforo, alimento “dietetico” consigliato per arricchire la dieta alimentare in un periodo di scarsità alimentare; la pubblicità del tempo recita “dà forza ai deboli, sostiene i forti”.
Pietro Barilla vorrebbe orientare l’Azienda, fino a quel momento legata alle commesse pubbliche, al più ampio mercato borghese. Fosfina è, infatti, un prodotto che si rivolge direttamente al consumatore privato, con la novità di essere confezionata; fino a quel momento la gamma Barilla era quasi completamente composta da prodotto venduto sfuso.
Degli stessi anni è la pastina glutinata, destinata all’alimentazione dell’infanzia: prodotto di punta dell’Azienda, confezionato per il mercato borghese, non soggetto alle restrizioni annonarie ed ai prezzi calmierati.
Già negli anni Trenta del Novecento, quindi, Barilla si caratterizza come moderna industria alimentare con produzioni di qualità e fortemente orientata al mercato; dall’ambito locale si espanderà a tutto il nord Italia grazie a mirate campagna promozionali. Per incrementare le vendite Pietro punterà essenzialmente sulla qualità del prodotto e sulla pubblicità. Si assiste così al lancio di nuovi prodotti confezionati e ad un miglioramento della gestione Aziendale, basata sulla suddivisione del lavoro e sulla specializzazione degli operai. Allo stesso tempo saranno creati personaggi ed icone che resteranno nella storia della comunicazione pubblicitaria dell’Azienda: “il cuoco volante” o “l’uovo cameriere” che affiancano il logo Aziendale.
Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale avrà tragici effetti sulla storia del Paese e anche dell’Azienda, che ridurrà pesantemente la produzione, e che sarà requisita per rifornire l’esercito.

Gianni e Pietro Barilla alla guida dell’impresa

Nel 1947, alla morte di Riccardo i figli Pietro e Gianni (1917-2004) prendono in mano le redini dell’Azienda, intenzionati a gestirla e svilupparla in modo moderno. I due fratelli si dividono i compiti: Gianni cura la fabbrica, l’amministrazione, gli acquisti; Pietro il mercato, le vendite, la pubblicità, le relazioni pubbliche.
Gli anni Cinquanta sono un periodo straordinario per Barilla: nasce l’impostazione tecnico-culturale che la fa grande nei decenni successivi. Basilare l’orientamento al mercato ed alla tecnologia.
Nel 1950 Pietro Barilla si reca negli Stati Uniti per aggiornarsi sulle tecniche di confezionamento, sulla pubblicità e sulla grande distribuzione. Vuole chiarirsi le idee: ecco perché programma il viaggio negli USA, il solo mercato occidentale non colpito dalla guerra, il “Big Market” che negli anni Trenta è visto come la proiezione ideale da chi, in Italia, si occupa di comunicazione. Ciò che Pietro Barilla cerca oltreoceano sono le risposte ai problemi assillanti del mercato italiano: la qualità dei prodotti, le confezioni, la pubblicità.
Il 2 ottobre del 1952 Barilla viene premiata con la “Palma d’oro della pubblicità” per la campagna “Con pasta Barilla è sempre Domenica” ideata da Erberto Carboni. A lui si devono il nuovo marchio Aziendale, caratterizzato dall’uovo tagliato trasversalmente, il design delle confezioni, dal caratteristico colore blu di fondo e la definizione della corporate immage, una delle prime in Italia, che spazia dai mezzi di trasporto agli stand fieristici, dalle affissioni alle pagine dei giornali.
Alla fine del 1952 Pietro e Gianni decidono di chiudere il panificio, scegliendo di concentrare gli investimenti sulla pasta. Grazie all’accordo concluso da Pietro, i fornai locali si accolleranno l’onere di assumere tutti i dipendenti del panificio, acquisendo però la notevole percentuale di mercato, fino a quel momento presidiato da Barilla.
Il vecchio stabilimento per la produzione della pasta viene abbattuto per stralci e ricostruito in forme nuove, secondo il progetto dell’architetto milanese Gian Luigi Giordani (1909-1977), che nel giro di otto anni dà nuova veste all’intero corpo sud del comparto.
A partire dal 1958 Barilla si lancia anche nel nuovo mondo della pubblicità televisiva: si legherà a testimonial di prestigio e aprirà un canale di comunicazione destinato a durare fino ai nostri giorni.
Nel 1960 Barilla diviene Società per Azioni e raggiunge una produzione di circa 6.000 quintali di pasta al giorno.
Il grande sforzo dell’Azienda porta, negli anni Sessanta, alla realizzazione di un più moderno e dinamico sistema di essiccamento del prodotto che completa la filiera di produzione “continua”; le tecniche più rapide e più sicure permettono così di commercializzare un prodotto migliore in tempi più brevi.
A partire dal 1965, con la costruzione dello stabilimento bakery di Rubbiano in provincia di Parma, hanno inizio le prime diversificazioni. Barilla ritorna al pane, il prodotto con il quale è nata l’Azienda, attraverso la produzione di fette biscottate e grissini.
Nel 1968, sollecitati dalle spinte del mercato, iniziano i lavori per il nuovo stabilimento di Pedrignano, destinato a diventare il più moderno e tuttora più grande pastificio del mondo. Sorge su un terreno di quasi un milione e mezzo di metri quadrati: la straordinaria misura dell’area si deve ad una scelta precisa e lungimirante di Pietro Barilla. Un atto di coraggio che si è rivelato un accorto investimento. La scelta del sito e dei processi produttivi voluti con puntigliosa determinazione da Gianni Barilla (120 metri di linea di produzione, la più lunga del mondo), tracciano una strada che l’Azienda non cesserà più di percorrere.
Quando, nel luglio 1967 il Parlamento italiano impone l’obbligo del confezionamento della pasta, fino ad allora venduta sfusa, la normativa trova Barilla più che mai pronta ed attrezzata da molti anni.
Il clima sociale ed economico italiano, spinge i fratelli Barilla a cedere alla fine del 1970, dopo alcuni mesi di trattative con la multinazionale statunitense Grace, il pacchetto di maggioranza dell’Azienda di famiglia. Gianni lascia definitivamente il Paese e si trasferisce in Svizzera. Nell’aprile del 1971 Barilla è “americana” ma Pietro, che non avrebbe voluto vendere, conserva l’1% delle azioni e un diritto di prelazione. La Grace, impegnata nel settore chimico, progetta la costituzione di un “polo alimentare” in Europa.
Nel 1973 entra a far parte del Gruppo anche Voiello: l’Azienda di Torre Annunziata (Napoli) si trova in crisi ma, grazie alla sua reputazione, consente di entrare nel mercato meridionale, considerato strategico per l’espansione, con un marchio “storico” e di posizionamento alto.
La volontà di controllare l’intero ciclo di produzione porta, nel 1974, all’acquisizione dell’80% (l’altro 20% verrà rilevato nel 1981) del Mulino Basile di Altamura (Bari), ritenuto il più grande d’Italia grazie ad una capacità lavorativa di ben 3.500 quintali di grano al giorno. Questo porta dal 15% al 45% il grado di approvvigionamento diretto, consentendo alla società di operare maggiormente sul mercato granario internazionale e di controllare l’evoluzione del mercato interno.
La situazione economica internazionale, che registra forti turbolenze sul prezzo del petrolio, porta ad una impennata del fenomeno inflattivo in Italia. Per tutelare la popolazione il Governo italiana impone prezzi calmierati per i prodotti base, fra cui la pasta, che erodono progressivamente i margini delle aziende produttrici. La necessità di individuare ulteriori ambiti di attività non soggette ai calmieri si fa impellente. Nell’ottobre del 1975 gli sforzi della società per diversificare la produzione si concretizzano con il lancio di una nuova linea di prodotti da forno sotto il marchio “Mulino Bianco”, destinato a registrare, nel decennio successivo, uno straordinario successo.
Fin dalla sua creazione, era previsto che sotto il marchio Mulino Bianco potessero confluire numerosi prodotti da forno; circa un anno e mezzo dopo il lancio del marchio, infatti, i grissini e le fette biscottate, fino ad allora commercializzate come Barilla, vengono marchiate Mulino Bianco. Nel 1977 nascono le merendine ed il pan carré. Nel 1983 arrivano “I dolcetti delle feste”, i primi frollini che si avvicinano alla qualità dei biscotti di pasticceria. Nel 1985 Mulino Bianco entra nel segmento dei crackers e, dal 1986, viene avviata la produzione delle “Torte del Mulino Bianco”. Fanno poi la loro comparsa i “Pandolci”, i “Pani morbidi”, i “Granetti” ed i “Pangrì”.
Nel 1979 Pietro Barilla, concretizzando il sogno che lo accompagnava da otto anni, riacquista dalla Grace l’impresa di famiglia. Un evento che segna profondamente anche l’immagine pubblicitaria dell’Azienda.
Per celebrare il ritorno, Pietro chiede al regista e amico Federico Fellini di produrre uno spot, che rimarrà un unicum del suo genere, intitolato “Alta Società” e meglio conosciuto come “Rigatoni”.
Negli anni Ottanta Barilla lancia i primi concorsi a premi, legati alla raccolta di punti presenti sulle confezioni. Nel 1985 la campagna “Dove c’è Barilla c’è casa”, fortemente voluta da Pietro, e ideata dall’Agenzia Young & Rubicam con la colonna sonora del compositore greco Vangelis, rilancia la centralità della pasta nelle strategie dell’Azienda.
Nel settembre del 1987 Pietro Barilla viene insignito della laurea “Honoris Causa” in economia dall’Università di Bologna; il 1987 è anche l’anno della generosa donazione all’Università di Parma che permette di costruire la sede della nuova facoltà di Ingegneria. Lo stesso anno Barilla acquisisce il Pastificio Braibanti di Parma ed i Laboratori Riuniti di Milano con il marchio “Le Tre Marie”. A tre anni di distanza, nell’ottobre del 1990 Barilla acquisisce dalla SME il 49% del pacchetto azionario della Pavesi di Novara.
Nel 1990 Barilla è Azienda leader in Italia per la produzione e la commercializzazione della pasta; è ormai pronta per lanciare la sfida all’Europa. Si intensifica, così, il processo di internazionalizzazione: nell’aprile del 1991, Barilla acquisisce Misko, produttore leader della pasta in Grecia. Nel gennaio 1993, dopo una serie di acquisizioni successive svoltesi nel corso degli anni, Barilla acquisisce il restante 41% della Pavesi, diventandone azionista unico e progettando un forte rilancio della marca.
Tra il 1991 ed il 1996, a sostegno della forte espansione europea del gruppo, importanti testimonial internazionali prestano il loro volto alle pubblicità Barilla: Steffi Graff in Germania, Placido Domingo in Spagna, Gerard Depardieu in Francia, Stefan Edberg nei Paesi Scandinavi, Cindy Crowford negli USA.
Il 16 settembre 1993 Pietro Barilla muore improvvisamente, lasciando alla famiglia ed all’Azienda un ultimo forte messaggio, quasi un viatico per il futuro: “andiamo avanti, andate avanti con coraggio”.
Per oltre mezzo secolo, il suo modo di intendere l’imprenditoria, imperniato su valori quali il “culto” della qualità del prodotto, l’innovazione tecnologica, il profondo rispetto per il lavoro dell’uomo, l’ottimismo e l’entusiasmo nell’intraprendere qualsiasi sfida, e l’alta dimensione umana della persona, hanno connotato l’anima della società e dettato le linee guida del suo sviluppo.

L’impresa con Guido, Luca e Paolo Barilla

I figli Guido (Presidente), Luca e Paolo (Vicepresidenti) subentrano nella guida dell’Azienda, impegnandosi a portare a compimento il disegno strategico di internazionalizzazione. Nel 1994 Barilla unisce le forze con Filiz, una delle principali aziende di produzione della pasta in Turchia. Barilla diventa pertanto leader europeo nel settore delle paste alimentari e sbarca anche negli Stati Uniti, dove già esporta pasta fin dagli inizi del Novecento; nel 1997 viene spostata la sede commerciale a Chicago, Illinois ed il 13 ottobre viene posata la prima pietra del primo stabilimento ad Ames, Iowa; attraverso un’accorta politica commerciale e di comunicazione Barilla accresce la propria quota di mercato fino a diventare leader nazionale.
Il 16 giugno 1999, con una cerimonia trasmessa in diretta via satellite, vengono inaugurati contemporaneamente gli stabilimenti gemelli di Ames e di Foggia 2 alla presenza, rispettivamente, di Guido e Paolo Barilla.
Il 23 aprile 1999 Barilla conclude l’acquisizione di Wasa, società svedese leader mondiale nei crispbread (pani croccanti), che entrerà a far parte ufficialmente del gruppo dall’inizio di luglio.
Nel 2001 il Gruppo Barilla sigla una joint-venture con il Gruppo Herdez in Messico e valorizza i marchi locali di pasta Yemina e Vesta oltre che ad investire nella costruzione del nuovo stabilimento Barilla a San Luis Potosì, raggiungendo il secondo posto nel mercato messicano della pasta.
Nel 2002 Barilla lancia un’offerta pubblica di acquisto sul gruppo tedesco Kamps (che comprende la società francese Harrys), leader europeo del pane che, dopo la ristrutturazione, tornerà indipendente nel 2010. Grazie a questa operazione il Gruppo Barilla darà slancio al marchio Harrys, leader dei pani morbidi, che con i suoi stabilimenti in Francia e Russia permetterà al Gruppo di conquistare importanti quote di mercato nei prodotti da forno in Europa.
Nel 2004 nasce Academia Barilla, progetto internazionale dedicato alla difesa, allo sviluppo ed alla promozione della cultura gastronomica regionale italiana, intesa come patrimonio unico al mondo per la sua varietà e qualità.
Nel 2008, nel contesto di una riorganizzazione del Gruppo, verrà ceduta GranMilano, la società di proprietà Barilla che gestisce i marchi Tre Marie e Sanson (dal 2001).
Nel 2009 nasce il “Barilla Center for Food & Nutrition”, che ha l’obiettivo di raccogliere le conoscenze a livello mondiale, di analizzarle e di proporre soluzioni per affrontare le sfide alimentari del prossimo futuro. Perché favorire un benessere diffuso attraverso un sano e sostenibile approccio alimentare, significa crescere in un mondo migliore. Nel 2014 il “BCFN” diventerà una Fondazione.
Sempre nel 2009, Barilla inaugura a Pedrignano il mulino del polo integrato più grande del mondo. L’opera, che completa la filiera produttiva dal campo alla tavola, sarà servita da una linea ferroviaria per l’approvvigionamento del grano, inaugurata nel novembre 2015.
Nell’ottobre 2012 viene inaugurato il nuovo stabilimento sughi a Rubbiano di Solignano, a pochi chilometri da Parma. L’impianto, stato dell’arte nel suo genere, raggiunge in pochi anni il potenziale di capacità produttiva di 60.000 tonnellate. Quasi tutto l’indotto dello stabilimento è italiano, come lo sono la maggior parte delle materie prime utilizzate.
Nel gennaio 2013 viene inaugurato a Parma l’Ospedale dei Bambini, struttura d’avanguardia donata dall’Azienda alla sua città e intitolata a Pietro Barilla.
Fra il 2013 e il 2015 Academia Barilla apre tre ristoranti di cucina italiana a New York.
Nel 2017 Barilla celebra i 140 anni di vita: l’Azienda è leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti in Europa e dei prodotti da forno in Italia con 28 siti produttivi, 14 dei quali in Italia e 14 all’estero.
Nello stesso anno inizia la collaborazione tra Barilla e il campione di tennis svizzero Roger Federer, primo testimonial globale nella storia dell’azienda. A fine 2017 viene lanciato contemporaneamente in 40 paesi lo spot dal titolo “Masters of Pasta”, in cui, a fianco di Federer, compare il famoso chef stellato Davide Oldani. Lo spot arriverà ad avere oltre 90 milioni di visualizzazioni.
Tra il 2017 ed il 2018 si decidono importanti investimenti industriali, quali l’ampliamento dello stabilimento sughi di Rubbiano, l’incremento della capacità produttiva sia dello stabilimento americano di Ames, con nuove linee per la produzione di pasta senza glutine, che dello stabilimento russo di Solne, oltre ad un progetto ambizioso per l’ampliamento dello storico stabilimento di Pedrignano.
Nel 2018 Wasa viene scelto quale marchio “globale” dei prodotti da forno del Gruppo, affiancando sui mercati internazionali il marchio Barilla.