1939 – La rivoluzione della fotografia

Dopo alcuni anni di intensa attività in seno all’Azienda è evidente che Pietro Barilla oltre a rinnovare, intende alzare il tono della comunicazione visiva pubblicitaria. Si affida anche per il tradizionale calendario alla creatività di Erberto Carboni che già aveva maturato uno stile personalissimo, per certi aspetti rivoluzionario. E gli chiede per il 1939 qualcosa di veramente elegante, “per tempi nuovi”. 
Erberto Carboni era indubbiamente l’artista più adatto a sprovincializzare l’immagine della Barilla, proiettandola nel campo dell’arte e coniugando pittura e architettura in associazione con la fotografia.
La tecnica del fotomontaggio, graficamente curata da Pizzi, era entrata prepotentemente nel catalogo 1938 stampato a Parma da Zafferri; per la copertina erano state utilizzate le foto dello stabilimento scrutato con occhio d’artista in tutti i suoi ambienti: le macchine, i torchi, gli stampi, le paste, le materie prime e i prodotti rivisitati come scorci davvero inconsueti di potente efficacia grafica e architettonica. Immagini accattivanti che coniugano il piacere estetico con la produttività, la produzione artistica con la produzione industriale, secondo tipologie sperimentate dal Bauhaus.
Carboni sceglie per la copertina del suo calendario la rivisitazione fotografica di una distesa di candide uova, ormai simboli totemici dell’Azienda, e in sovrapposizione una ridente figura femminile, bella e florida contadina che rappresenta l’altra metà dell’Italia che combatte le battaglie del grano e dell’autarchica indipendenza.
L’uso combinato della fotografia, il ricorso ai grandi testi dell’arte del Rinascimento, gli echi del realismo magico e per di più la malìa del colore, i contorni nitidi e aristocratici, accentuano i ritmi e le armonie dello stile grafico di Carboni. Di mese in mese l’omaggio Barilla alla donna – tale è il tema del calendario – è un perfetto amalgama di raffinata eleganza formale e contenuto narrativo.
Un omaggio in sintonia con la cronaca storica e sociale di quegli anni in cui il regime guardava con grande ammirazione alle donne, sempre presenti nei discorsi del Duce e accorse al suo cospetto in raduni oceanici.
Anche per il calendario di Carboni a stampare è la tipografia di Amilcare Pizzi a Milano che nel 1936 aveva curato il catalogo della prima mostra nazionale della grafica pubblicitaria. Del resto ormai Pietro si rivolge quasi esclusivamente a professionisti della metropoli lombarda. Da parte sua interviene continuamente a suggerire i testi e a controllare la stampa e la resa dei colori, in un costante impegno alla qualità.

Erberto Carboni, Omaggio alla donna italiana. Calendario Barilla 1939. Milano, Pizzi e Pizio, 1938. ASB, Rla 11.

Erberto Carboni, Omaggio alla donna italiana. Calendario Barilla 1939. Milano, Pizzi e Pizio, 1938. ASB, Rla 11.