1923 – L’oro di Semèle
Decisamente meno grafico e più pittorico rispetto a quello dell’anno precedente il calendario giornaliero del 1923, ideato come una preziosa icona da Emma Bonazzi. La versatile artista bolognese, che si occupò anche della pubblicità Perugina firmando bozzetti e scatole di grande pregio e raffinatezza, propone per la pasta Barilla – un prodotto non prettamente di lusso – una esaltazione colta, dai vibranti accenti klimtiani.
Ad accomunare i due calendari del 1922 e del ’23 restano, oltre all’insegna dello stampatore Bolognese Chappuis, solo i caratteri delle lettere che compongono il nome Barilla: in entrambi il ricciololiberty è ormai irrigidito nella morfologia tesa e secca del gusto Déco.
Di piglio Déco la “garçonne” protagonista del quadro, forse Cerere fecondatrice dell’universo, forse una sensuale e scattante Semèle, deità che anche etimologicamente rinvia alla materia prima del pastificio – la semola appunto.
Dunque a questa simbolica presenza, allegoria della fortuna e dell’abbondanza, si addice l’attributo di una cornucopia traboccante oro. E’ l’oro della pasta, una colata dalle innumerevoli forme che inonda la terra sottostante, in corrispondenza simmetrica alla cascata di fiori sullo sfondo; rose soprattutto, le essenze predilette dello stile che ebbe la sua consacrazione all’esposizione parigina del 1925.
Emma Bonazzi parla il linguaggio di Klimt e adotta la sintassi stilistica della Secessione Viennese che a Parma aveva già ispirato nel 1915 il ciclo di Amedeo Bocchi dedicato al lavoro e all’abbondanza, affrescato sulle pareti della Sala del Consiglio della Cassa di Risparmio.