1911-1914 – Gli incunaboli della pubblicità

I primi strumenti di promozione pubblicitaria della Barilla di cui ci sia pervenuta notizia sono dei calendari. Avevano, con cartelli vetrina, segnaprezzo e cartoline, il compito di “arredare” il punto vendita.

E proprio da alcune preziose fotografie, scattate nel 1914 da Luigi Vaghi all’interno dei negozi Barilla, possiamo recuperare l’iconografia di questi primi soggetti – una sorta di incunaboli della pubblicità Barilla – purtroppo non pervenutici in originale, opera di artisti di livello locale tuttora sconosciuti ma attivi nell’ambito delle industrie grafiche Zafferri incaricate da Gualtiero Barilla – che seguì gli aspetti commerciali fino alla data della sua scomparsa, nel 1919 – di eseguirne i bozzetti.

Si tratta di plance stampate in cromolitografia a colori – la nostra riproduzione è monocroma perché tratta da foto dell’epoca – e destinate a sostenere i blocchetti a fogli mobili del calendario settimanale o mensile.

Ettore Vernizzi, pittore-decoratore parmigiano, premiato con medaglia d’oro all’Esposizione romana del 1908 aveva disegnato nel 1910 la grande insegna col nuovo marchio Barilla del garzone che versa l’uovo nella madia, rimasto in uso fino agli anni Trenta.

Il messaggio pubblicitario, ripreso anche nel calendario giornaliero del 1911, firmato da V. Ceccanti, raro artista toscano documentato fra il 1908 ed il 1911, giunto in originale ed in quello del 1913 è esplicito ed immediato e richiama il simbolismo dell’abbondanza e della qualità tipico della pasta all’uovo.

Intorno al 1913 la promozione dei tortellini si avvale di un calendario a muro giornaliero dalla scena domestica di sapore borghese: un sereno quadretto famigliare che, a fianco di uno dei primi prodotti confezionati, ripropone le tipologie fisiognomiche dei personaggi femminili cari alla pubblicità dell’epoca.

La produzione dei tortellini, abbandonata dopo la morte di Gualtiero Barilla – la specialità compare per l’ultima volta in una cartolina e nel catalogo del 1923 – , per le evidenti difficoltà di conservazione e di preparazione, verrà ripresa con presupposti qualitativi d’avanguardia, nel secondo dopoguerra a partire dal 1969 e vedrà un’importante affermazione alle soglie del nuovo secolo, con la messa a punto di esclusive tecnologie, brevettate nel 1999.

La pubblicità Barilla non rimane estranea ai grandi avvenimenti storici italiani e nel calendario del 1914 risuona l’eco dell’avventura coloniale in terra di Libia.

La tavola cita fedelmente immagini pubblicate fra il 1911 ed il 1913 sulle copertine della Domenica del Corriere, disegnate da Achille Beltrame (1871 – 1945). Il gruppo di Arabi, riprodotti in controparte rispetto all’originale, sono tratti dalla copertina dell’11 – 18. X. 1911; la moschea sul fondo, sempre in controparte, proviene dalla copertina del 9 – 16. III. 1913; la figura dell’Italia con bandiera è ispirata alla copertina del 20. III – 2. IV. 1911.

L’ignoto autore, probabilmente attivo in ambito locale presso la Litografia Zafferri, sviluppa il tema dell’ossequio delle popolazioni africane all’Italia vittoriosa e alle sue conquiste tecnologiche e industriali. Il richiamo all’impresa coloniale, il voluto accostamento all’immagine nota e al déja vu hanno il preciso scopo di coinvolgere emotivamente il pubblico, legando il marchio della Ditta alla memoria storica collettiva.

Ignoto, Calendario Barilla 1912

Calendario Barilla 1913

Calendario Barilla 1914

Calendari da muro. Parma [Zafferri?], 1911-1914. ASB, Rla 34