Le esposizioni nella storia

L’Esposizione è un organismo di carattere eccezionale che in termini costruttivi dura “lo spazio di un mattino”. Si tratta quindi di un’architettura temporanea, solitamente non soggetta alle ordinarie valutazioni economiche, realizzata per esprimere in termini sintetici la vitalità di un’idea. E’ evidente che il meccanismo costruttivo delle esposizioni risulta notevolmente diverso da quello che compete all’architettura convenzionale, tanto che possiede caratteristiche “stilistiche” e strutturali proprie.
I primi insediamenti espositivi vennero intesi come spettacolo, esibizione propagandistica e culturale, ma successivamente puntarono per lo più a realizzare il massimo degli affari nel minimo spazio, nel minor tempo e con la minima spesa.
Sotto il profilo architettonico, nella seconda metà dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, le imprese espositive divennero in breve tempo il simbolo di quella vasta e rapida integrazione di interessi, attività e sperimentazioni che è propria del mondo contemporaneo.
Quegli impianti, rapidamente organizzati e realizzati, svolsero un importante compito nell’agevolare l’evoluzione del gusto e del pensiero architettonico, poiché provocarono l’avvicinamento del pubblico ai nuovi temi costruttivi ed il contatto, il confronto e lo scambio culturale tra tecnici e artisti di tendenze diverse.
Le mostre specializzate, i Salons, le Rassegne, i Musei Commerciali, si svilupparono alla fine dell’Ottocento parallelamente alle grandi Esposizioni Universali, che però si configuravano sia come rassegne commerciali di settore, che come mezzi di propaganda culturale e politica.
Basti appena ricordare, non potendo qui riassumerne i contenuti, le grandi esposizioni che appartengono alla storia della civiltà internazionale: Londra 1851, Parigi 1855, Kensington 1862, Parigi 1867, Vienna 1873, Filadelfia 1876, Parigi 1878, 1889, Esposizioni Colombiane (Genova 1892 – Chicago 1893), Lione 1894, Parigi 1900, denominata “l’Exposition du siècle”. Questa segnò il culmine delle grandi esposizioni universali, un limite che per entusiasmo, ampiezza, affluenza di pubblico ed impegno organizzativo, non sarà più raggiunto.
L’Italia non rimase estranea a questi avvenimenti e la serie delle esposizioni nazionali, iniziata a Firenze nel 1861, trovò un ventennio dopo a Milano un encomiabile esempio di organizzazione. L’area prescelta nei giardini del Piermarini non mancò d’influenzare le scelte dell’esposizione parmigiana, che verrà tenuta in occasione del Centenario Verdiano del 1913 negli spazi ombrosi del Parco Ducale.
Nel tempo si succederanno altre grandiose esposizioni in Italia e nel mondo, fra cui le Esposizioni Internazionali di Roma, nel 1911, e di Torino nel 1928, che vedranno la partecipazione della Barilla.
A fianco di questi grandi avvenimenti espositivi, hanno avuto modo di convivere altre rassegne specifiche, che potremmo definire “minori”, ma sempre dimostrative dell’evoluzione dell’industria e del commercio e avviate, secondo una logica oggi comunemente accettata, verso una sempre maggiore “specializzazione”.