Un cavallo nel selvaggio West

di Graziella Carbone

2002 – IV trimestre – Spirit Cavallo Selvaggio: una storia di libertà, amicizia e coraggio
Siamo a Natale del 2002 e la DreamWorks lancia il film Spirit – Cavallo Selvaggio (titolo originale: Spirit: Stallion on the Cimarron), diretto da Kelly Asbury e Lorna Cook. La pellicola fu presentata fuori concorso al 55° Festival di Cannes e ricevette una nomination al Premio Oscar come miglior film d’animazione nel 2003. Il film narra la storia di Spirit, splendido stallone mustang che vive allo stato brado nella sterminata frontiera americana e del suo rapporto con un giovane indiano Lakota, Piccolo Fiume.
La prima promozione con Spirit fu I Cartauguri, serie di decorazioni e biglietti augurali a tema natalizio inseriti, in occasione del Natale, nelle confezioni delle merende.
Furono realizzati biglietti augurali un po’ particolari, come il cubo infinito (si apre e gira su sé stesso). I biglietti pop-up con cover e interno steso che, con una serie di pieghe particolari, diventava tridimensionale.
E un pop up “lamellare”, dove – tirando la linguetta – cambiava la scena. Per decorare pacchetti e pacchettini furono realizzati chiudi pacchi e mini-biglietti con un leaflet che suggeriva come le etichettine potevano essere utilizzate. Anche sulle vaschette delle confezioni di merende furono proposte simpatiche decorazioni, segnaposto e cartoncini a soggetto Spirit. La promozione Cartauguri fu completata con cartoline, segnalibri e segnaposto stampati sulle confezioni di Cerealix Stelline e Letterine.
Le promozioni a tema Spirit continueranno nel 2003.

2003 – I trimestre – Le Cinema Card e le avventure di Spirit
La promozione del gennaio 2003 fu interamente dedicata al film Spirit Cavallo Selvaggio e ai suoi protagonisti. La pellicola colpiva in modo particolare per i paesaggi grandiosi e dai colori particolarmente intensi. Sarebbe stato proprio bello poter far vedere – e gustare – le scene del film.
Nacquero così le Cinema Card di Spirit, gift in-pack, realizzate con tecniche d’avanguardia studiate ed inventate proprio per quest’occasione.
Si tratta di una card innovativa, in materiale plastico PET, nella quale è stata inserita e fissata una pellicola cinematografica miniaturizzata che riproduce otto scene del film.
Le card erano dotate di un lentino – realizzato appositamente – per poter vedere le scene ingrandite. Facendolo scorrere lungo la card si potevano rivivere le scene del film.
Le card furono realizzate in 12 varianti. Sul lato anteriore era riportata una immagine e otto scene, e sul retro una frase tratta dal film. Tutte erano accompagnate da un foglietto con la spiegazione per l’uso del lentino. Venne anche stampato un folder per il trade con la comunicazione della promozione.

2003 – II trimestre – I Giochindiani di Spirit
Il film Spirit è ambientato intorno al 1860, nel periodo in cui la cavalleria americana si stava aprendo la strada verso lo Utah, decimando i Sioux e piano piano costruendo la ferrovia.
Quindi da una parte Spirit e dall’altra la cavalleria americana.
Il mondo dei pellirossa è il terzo polo del film. Nell’immaginario di grandi e bambini è un mondo fatto di coraggio, di avventura e sprezzante del pericolo.
Andavo spesso col mio papà – da bambina – a vedere i film western, allora in bianco e nero. A tutti e due piacevano un sacco e io… tenevo sempre per gli indiani.
Ancora oggi ho grande passione e ammirazione per questa cultura. Quindi, quando si trattò di entrare nel loro mondo per scoprirne i particolari con i quali costruire le promozioni di Spirit a soggetto pellirossa, non mi sembrò vero.
Iniziai a raccogliere i materiali, ma nelle biblioteche in Italia pochi erano i libri dedicati agli Indiani d’America. Così mi feci mandare libri direttamente dagli Stati Uniti. Passai un paio di mesi a documentarmi. E mentre leggevo davanti ai miei occhi apparivano grandi praterie, paesaggi rocciosi e villaggi indiani.
Poi, parlando con amici, qualcuno mi disse che a Monaco viveva un pronipote di un capo indiano. Avevo già in programma il solito viaggio in Germania in occasione della Fiera del Giocattolo di Norimberga, così mi misi in contatto con questo personaggio. Al telefono parlava un inglese perfetto e – pur riconoscendo che non aveva ben compreso cosa stessi pensando di mettere assieme – mi fissò l’appuntamento. Arrivai alla stazione di Monaco verso le 7. Mi sarei fermata qualche ora e poi avrei proseguito verso Norimberga.
Walter (questo è il suo nome in Germania) mi venne a prendere in stazione. Lo riconobbi immediatamente. Alto, con i capelli un po’ lunghi e brizzolati, uno sguardo fiero, braccia conserte e gambe leggermente divaricate. Che emozione! Sembrava un vero capo indiano.
Fu molto gentile e mi condusse a casa sua dove – mi disse – custodiva molto materiale dei nativi americani. Abitava alla periferia di Monaco, in una casa dall’esterno totalmente anonimo.
Durante il tragitto in auto gli raccontai di Spirit e dell’idea di fare dei libricini con notizie e giochi per la promozione di maggio e dei piccoli oggetti – sempre a tema indiano – come regalo per la promozione di settembre per Mulino Bianco. Per rendere la cosa più immediata gli avevo portato anche qualche pacco di merende, che gradì moltissimo e che assaggiò subito.
Come entrai nella sua casa restai allibita. Mi sembrava di essere entrata in un tepee, la tipica tenda indiana, completamente arredato in ogni particolare. C’erano le pelli di bisonte, gli archi, gli scudi e il cerchio dei sassi per il falò. Insomma, una vera e perfetta ricostruzione del tepee e tutto con pezzi originali.
Il mio ospite mi regalò un paio di mocassini indiani – di pelle, completamente piatti – decorati con disegni e decorazioni che assomigliano molto alle nostre perline.
Poi mi condusse in un’altra parte della casa dove conservava alcuni ricordi della tribù. Tra questi c’erano anche molti “giocattoli”. Mi parlò della loro storia. I giochi dei piccoli ricalcavano le attività dei grandi ed erano riprodotti nei minimi particolari.
Passammo insieme parecchie ore. Per dire la verità, lui parlava e io ascoltavo. Ogni tanto si aiutava – per spiegarmi meglio – col linguaggio dei gesti (esiste un alfabeto indiano di “gesti”). Diceva che noi italiani siamo maestri nel loro uso.
Aveva anche un’incredibile biblioteca di libri. Mi permise di sfogliarli. Non sarei mai venuta via… ma l’ultimo treno per Norimberga sarebbe partito verso mezzanotte. Quindi, come Cenerentola, lasciai il mondo incantato del mio amico. Prima di andarmene mi regalò un piccolo libro:
Indian Games and Crafts, pubblicato negli Stati Uniti nel 1957. È dedicato dall’autore alla madre, che gli insegnò ad usare le mani. Alcuni dei giochi che vennero realizzati per le promozioni Mulino Bianco sono tratti da questo preziosissimo libro.
La promozione di maggio doveva essere un po’ particolare, ricca di “sorprese” per l’estate e, soprattutto, molto divertente.
Così si pensò ad una “busta sorpresa” (questa proposta vinse su altre all’interno di un test fatto con i bambini) che contenesse – a sua volta – altre sorprese.
Fu messo a punto, con un fornitore di cartotecnica specializzato in questo genere di progetti e nella loro produzione, un libricino “a strati” dal nome brevettato “minibulk”. Si presentava come un libretto “sigillato”, da aprire. L’ideale per scoprire, ogni volta, quale sorpresa ci fosse racchiusa.
Le prime pagine erano dedicate alla storia, ai trucchi, ai divertimenti e ai giochi indiani mentre all’interno, a sorpresa, si potevano trovare:
I colori per viso o, in alternativa, Tatuaggi per il corpo (21 soggetti differenti); Tatuaggi per le unghie (4 soggetti differenti); Tatuaggi per i vestiti (10 soggetti differenti); Etichette in stoffa (15 soggetti differenti). I tatuaggi per i vestiti furono “inventati” specificamente per questa promozione poiché non erano mai apparsi sul mercato italiano.
I colori per il viso (ad acqua), in sette varianti, erano stampati sull’ultimo cartoncino del libretto e potevano servire per truccarsi “da vero indiano”. Per la redazione di questo “gioco” consultai parecchio materiale originale, ma la maggior parte è frutto della mia fantasia.
I prodotti coinvolti furono Flauti, Saccottino, Crostatina, Trancino, Tegolino, Plumcake, Cerealix e Cioccogioco.
Per la prima volta si pensa ad un’operazione speciale “pacchi doppi”. E così Spirit apparve su una borraccia (in due varianti di colore: verde e blu) e su un oggetto avveniristico… un orologio che, oltre alla funzione di orologio, “sparava acqua”! Forse non era molto in linea col mondo indiano, ma erano vicine le vacanze ed era proprio un oggetto ideale da portare in spiaggia per giocare con gli amici. Ricordo ancora (ma lo dico sottovoce) i lanci di prova – in azienda – tra una scrivania e l’altra…

2003 – III trimestre – I CreaTotem di Spirit
Le avventure di Spirit Cavallo Selvaggio continuavano ad entusiasmare il pubblico. Dopo il successo della campagna Giochindiani ecco in arrivo, per l’operazione del rientro a scuola, i CreaTotem.
La promozione era la versione aggiornata e “adattata allo spirito indiano” delle scatoline di Libromania, che a loro volta – in versione più moderna – si ricollegavano alle tanto amate scatoline da fiammiferi delle Sorpresine.
Progettammo così una serie di scatoline verticali che si aprivano dal basso sul lato corto e che avevano la particolarità di poter essere unite ad incastro l’una all’altra, creando così un totem praticamente senza fine. Una delle scatoline, invece della sorpresa, conteneva le parti per costruire le ali, la testa e il piede del totem e la scatolina diventava la parte finale del totem.
Completava l’insieme – in ogni confezione – una etichetta adesiva molto colorata, ispirata ai disegni dei veri totem, realizzata in otto varianti.
All’interno delle scatoline furono inseriti 18 differenti oggetti facenti parte del mondo della scuola: pennarelli, normografi, forbicine, bucafogli, nastro adesivo, bellissimi e particolari temperini, agendine magnetiche e non, colori, lenti e timbrini, magneti e calamite, correttori e fermafogli. Tutti personalizzati e in diverse versioni con la riproduzione delle immagini più spettacolari del film.
Un capitolo particolare riguarda le mappe di Spirit. La storia di Spirit e del suo mondo si prestava egregiamente ad essere completata da mappe dei Parchi della terra di Spirit.
Ogni mappa si riferiva ad una particolare ambientazione di una parte del film ed era dedicata ai principali parchi americani: la Monument Valley, Yellowstone, Bryce Canyon e Yosemite.
All’interno delle varie mappe inserii anche un’immagine che immediatamente si ricollegava alla storia.
La ricerca del materiale fu estremamente accurata: non si dovevano prendere immagini di repertorio (risultavano troppo “fredde”), ma volevamo immagini scattate da persone che avevano visitato – dal vero – questi luoghi. Fui molto fortunata: amici carissimi fornirono i vari materiali ed il risultato fu ottimo. Inoltre, ogni cartina raccontava la storia della tribù indiana del territorio. Particolari simpatici e domande intriganti completavano ogni plancia.
La tecnica di realizzazione delle varie cartine fu quella usata per le cartine di Libromania, cioè ci si avvalse ancora di una azienda che produceva ed era in grado di piegare in formato piccolo i foglietti d’istruzione che accompagnano i medicinali.
I CreaTotem furono inseriti in ogni confezione di Flauti, Trancino, Tegolino, Crostatina, Saccottino, Cerealix e Cioccogioco. Alla ricchissima promozione fu legato anche un concorso che metteva in palio 10.000 videocassette del film di Spirit per i fortunati che avessero trovato la mappa di Glacier Park.
Come oggetto per un’operazione in store fu scelto un paio di calzettoni con i pallini di gomma, antiscivolo, da indossare in casa, molto di moda in quel periodo.

2003 – I giochi della tradizione: Pinocchio
Nel 2003 grazie al successo dello spot Rigoli (che aveva vinto il premio Key Award) della serie “favole” ideato dall’agenzia Armando Testa, e che aveva come protagonista il personaggio di Pinocchio, venne offerto un burattino in miniatura con una confezione speciale di biscotti.
In plastica dura effetto legno, era completamente snodato e poteva assumere qualunque posizione. Alto venticinque centimetri (ma in Archivio Storico Barilla c’è quello originale – alto più di un metro – usato per le riprese televisive e non riesco a raccontarvi quanto sia incredibilmente bello), veste un paio di calzoncini e maglioncino in cotone rosso, proprio come nella pubblicità dell’epoca.