Come nacquero le sorpresine

di Graziella Carbone

Così l’avventura cominciò…
La chiamo avventura, non a caso. Anzi, fu una sfida. Raccolta e sviluppata con entusiasmo (e oggi posso dire anche con l’incoscienza dell’inizio).
Con la creatività che ha sempre contraddistinto le nostre agenzie, problemi a ideare sempre nuove proposte non ce ne sono stati.
Le idee nascevano o in brainstorming (letteralmente significa tempesta cerebrale ed è una tecnica di creatività di gruppo che aiuta a formulare idee, anche strampalate; la critica alle idee ed eventuale selezione interveniva in un secondo tempo, quando il tempo del brainstorming era scaduto) dal gruppo di lavoro o elaborando ed adattando al mondo Mulino Bianco – soprattutto nella grafica che ne richiamava i prodotti – giochi esistenti, famosi, come il Gioco delle coppie, il Domino e il Mercante in fiera. Personalmente andavo (e ci vado ancora adesso) tutti gli anni a Norimberga alla Fiera del Giocattolo di febbraio, vera miniera di spunti. Altri giochi di carte sono stati proprio inventati, come Prepara la cartella, Il mercatino e il Tris domino. Molte altre sorprese, come tutta la serie dei libretti, si ideavano in collaborazione col Marketing Mulino Bianco. Spesso la Sorpresina nasceva anche grazie alla disponibilità dei materiali. Un esempio per tutti: la possibilità tecnica di stampare il materiale che compone i pastelli a cera in forme diverse, come i fiori (i famosi Cerelli, prodotti in otto varianti). Perché non è sufficiente avere un’idea, ma deve essere realizzabile e a costi ben precisi. E poi deve essere accettata e condivisa dal Marketing, ora come allora.
Ma l’avventura vera era poi concretizzare e produrre le idee: stampi per gli oggetti di plastica (ogni oggetto richiedeva due mesi di progettazione) e relativa produzione, impianti per la stampa per i giochi di carta con tutto il lavoro grafico di personalizzazione…
A questo punto, realizzata la Sorpresina, che spesso era composta da più pezzi, anche di materiali diversi, il successivo problema era il confezionamento (tutto manuale). Al centro di confezionamento arrivavano i vari pezzi smistati per essere confezionati, ma dovevano rientrare il sabato di ogni settimana dell’anno perché la domenica notte dovevano partire i camion per gli stabilimenti di produzione delle merende.
E stiamo parlando di quattro milioni di pezzi la settimana. Se i camion non fossero arrivati, le linee di produzione si sarebbero fermate…, ma fortunatamente non è mai successo.

Milioni di sorprese
Ogni tipo di Sorpresa Mulino Bianco veniva realizzata in almeno un milione di pezzi. In alcuni casi, ad esempio le Stringhe, ne sono stati fatti anche 15 milioni di esemplari! A partire dalla prima Sorpresina, che si chiamava Carta vince, carta perde, ne sono state realizzate 650 differenti, nell’arco dei sette anni in cui è durata l’operazione promozionale, conclusasi nel 1990. I primi anni, c’è stata la scatolina, che conteneva la sorpresa ed un piccolo foglietto-guida personalizzato. A partire dal 1985 sulle scatole ha fatto la sua comparsa la figura del Piccolo Mugnaio Bianco, creato da Grazia Nidasio e anche gli oggetti hanno iniziato ad essere personalizzati col PMB. Dal quarto anno, le scatoline sono sparite e le Sorpresine sono state inserite in un flow-pack in film plastico azzurro con nuvolette bianche, poi giallo col PMB disegnato; poi le bustine sono divenute di carta, sempre col PMB disegnato. Nel 1989 venne realizzata una serie in scatola con il simbolo Ciao, mascotte dei Mondiali di calcio “Italia ‘90” di cui Barilla era sponsor. L’ultimo anno, il 1990, gli oggetti sono diventati più voluminosi, divisi per famiglie di colore, e sono stati confezionati in buste più grandi. Le Sorpresine avranno poi altre evoluzioni.

Idee in scatola
Oltre ai giochi di carte, c’erano i percorsi, con la pallina di metallo, le Stringhe, gli Origami, i Segnaidee a forma di Crostatina, le carte da gioco (tutte quelle regionali), i normografi, le gommine a forma di merendine e biscotti. Poi lo Scoubidou, gli oggetti legati al mondo della scuola, come temperamatite, pastelli di cera o piccole biro, i calendari, gli indovinelli, i mini-libretti, i giochi delle ombre, quelli dei colori profumati, il dispenser di piccoli adesivi, il gioco dell’oca, del quindici, le clip, le piccole meridiane, le lenti, le carte geografiche, il gioco della pesca o del circo, e così via. Gli oggetti, nel tempo, venivano selezionati dall’Ufficio Marketing della Barilla e l’alternarsi dei referenti ha comportato la nascita di Sorpresine sempre diverse, ora più semplici ora più complesse, ora più giocose ora più serie. All’interno di ogni scatolina, poi, c’era un piccolo folder con il nome dell’oggetto e le istruzioni per giocare, che ha costituito il plus dell’intera iniziativa. E ogni Sorpresa era creata con amore e un’infinita cura per il più piccolo dettaglio, sempre secondo un principio di coerenza con l’intero sistema di comunicazione Mulino Bianco.

L’idea nell’idea
Era la fine del 1982. Avevamo la scatolina e stavamo studiando la realizzazione produttiva delle prime Sorpresine. Parola d’ordine: le Sorpresine, oltre ad avere tutte le caratteristiche per essere in linea col Mondo Mulino Bianco, dovevano avere il maggiore mix possibile nelle confezioni di merende, sia nei giochi che nei materiali. Ma mancava qualcosa…
Ci si rese subito conto che erano necessarie le istruzioni di gioco che non si potevano stampare sul retro della scatolina, troppo complicato creare imballi personalizzati. E poi, come disse Teresa Cattani, all’epoca responsabile dello sviluppo della linea Mulino Bianco, i bambini avrebbero riconosciuto subito il gioco e sarebbe venuto meno l’effetto sorpresa. Nel 1982 le prime sorprese sperimentate avevano un cartoncino 6×3 stampato in nero su un solo lato con le istruzioni. Ma era triste e anonimo…
Molti giochi non erano conosciuti e altri erano stati reinventati. Altri ancora avevano necessità di avere un qualcosa che desse loro un valore aggiunto, come ad esempio le stringhe. Ci voleva qualcosa di più.
Poi venne l’idea. Mettiamo in tutte le scatoline un allegro e colorato foglietto (che da qui in poi chiameremo folderino). Ci sarà sul fronte il nome del gioco su un bel colore di fondo, all’interno le istruzioni per giocare con qualche disegnino per meglio comprendere come fare e sul retro il logo Mulino Bianco con messaggi tipo: Sono tante e divertenti le sorprese per giocare. Nelle merende del Mulino comincia a cercare.
Questo sarà il filo conduttore che unirà, per anni, tutto il mondo delle Sorpresine.
Ho contattato telefonicamente tempo fa il titolare dell’azienda, in provincia di Verona, che stampava i folderini. Si ricordava ancora di aver passato due mesi a modificare una macchina da stampa perché fosse possibile piegare il folderino in due, tre o in quattro (ma mai più di quattro in quanto impossibile) direttamente in linea. Il ritmo di stampa era molto alto, almeno quattro milioni di pezzi la settimana e per parecchie settimane i picchi erano stati anche più alti.
Il lavoro di impostazione, a livello di progettazione grafica, era molto complesso perché su un foglio di macchina di folderini ce ne stavano parecchi e bisognava quindi essere pronti con le grafiche di più Sorpresine contemporaneamente.
Non tutte le Sorpresine però avevano il folderino, come il Segnaidee e le Carte piacentine e regionali.