Il fantastico mondo di Marisa Laurito

di Emmanuel Grossi

Marisa Laurito entrò in arte giovanissima, come attrice (recitò a lungo con Eduardo De Filippo) e – cosa che pochi sanno – come pittrice. Ma la popolarità e il meritato successo sarebbero arrivati solo dopo i trent’anni, grazie alla televisione e a Renzo Arbore, che nel 1985 la vuole nel cast di Quelli della notte insieme a molti volti nuovi destinati a un roseo futuro. La sua carriera spicca così il volo: tante trasmissioni e, nell’autunno 1987, addirittura lo show di punta della RAI, Fantastico, chiamata a sé dall’imprevedibile padrone di casa Adriano Celentano.
In parallelo a questa esperienza memorabile e travolgente, Marisa diventa la testimonial della pasta Voiello, che da qualche anno aveva iniziato a comunicare in televisione con la direzione creativa di Marco Mignani, prima per conto dell’agenzia TBWA e poi con la propria RSCG MCM (fondata e gestita con Alfonso Costantini e Dario Mezzano e consociata al prestigioso colosso francese).

La campagna, però, è quantomai un lavoro collettivo: idee e sceneggiature nascono infatti a tavolino dai pubblicitari in sinergia con Ugo Porcelli, produttore e autore radiotelevisivo di tanti programmi di successo (primi fra tutti quelli di Arbore, con cui collaborava dai tempi di Alto gradimento) e qui eccezionalmente anche in veste di regista.
Ma questa è solo una delle tante peculiarità che rendono la campagna memorabile e per certi versi un unicum nella storia della comunicazione. Altro motivo d’interesse è rappresentato dalla mole di film prodotti dalla società Central: una ventina di soggetti, ognuno presente in più versioni. Eh già, perché tutti gli spot (altra singolarità) sono brevi monologhi di Marisa, che gira appositamente sia le versioni da 30” sia quelle da 15”, spesso improvvisando e andando a braccio su un canovaccio, per poi passare la parola, per il messaggio istituzionale, a uno smagliante Riccardo Paladini, già speaker del Telegiornale e produttore (anche pubblicitario). Donano un ulteriore tocco squisitamente kitsch gli abiti disegnati da Graziella Pera sulla falsariga di quelli del recente programma di seconda serata Marisa la nuit, che rivelano agli osservatori più attenti una delle più folli decontestualizzazioni del prodotto ad essersi mai viste: i formati di pasta sono usati come decorazioni o accessori al posto di perle, pietre preziose e applicazioni varie.