Elda Lanza, ovvero Del garbo e dell’eleganza

di Emmanuel Grossi

In principio erano le annunciatrici. Ad inaugurare la regolare programmazione televisiva, domenica 3 gennaio 1954, fu Fulvia Colombo, prima “signorina buonasera” della storia d’Italia, che riceveva idealmente il testimone dalla decana delle annunciatrici radiofoniche, Maria Luisa Boncompagni, al tempo ancora in piena attività. Tra le altre gentili presenze degli esordi, si ricordano Marisa Borroni dal Centro di Produzione di Milano, Maria Teresa Ruta (zia dell’omonima conduttrice) da Torino e da Roma la mitica Nicoletta Orsomando. Ma all’orizzonte si profilava una figura nuova. In mezzo a un esercito di uomini, tra speaker cooptati dalla radio e attori presi in prestito da cinema e teatro, già capeggiati da Mike Bongiorno (la sua rubrica Arrivi e partenze fu la prima in assoluto ad andare in onda, al termine delle cerimonie di inaugurazione di studi e ripetitori), si ritagliava uno spazietto la prima presentatrice donna: Elda Lanza.

Con il suo garbo, la competenza e l’impostazione giornalistica, rimase a lungo sul piccolo schermo (dove è tornata con smalto immutato in questi ultimi anni, lasciando saltuariamente l’attività ormai principale di giallista), sebbene sempre relegata a rubriche pomeridiane “per signore” o della TV dei Ragazzi, dalla primigenia Vetrine all’altrettanto fortunata Avventure in libreria, senza che mai le si schiudessero le porte dei grandi appuntamenti serali. Fedele al proprio ruolo educativo-divulgativo, impartisce lezioni spicciole di puericultura e pedagogia in Il bambino, questo sconosciuto, una delle prime serie di caroselli per i Pavesini (al tempo, ancora proposti come prodotti per l’infanzia), in onda dall’estate del 1957 alla primavera del ’58. La vediamo così spiegare quale alimentazione sia da preferirsi per le gestanti, come si debbano educare i figli affinché imparino fin da piccoli a sedere correttamente a tavola o a responsabilizzarsi… Ricorda proprio Elda di essere stata il primo volto RAI scritturato dalla pubblicità (insieme al solito Mike), prendendo quasi in contropiede i dirigenti, che da lì in avanti avrebbero fortemente limitato la presenza in contesti commerciali di dipendenti e collaboratori abituali della televisione di Stato.

Ma la pubblicità e la comunicazione d’impresa erano segnate nel destino di Elda: negli anni sarebbe tornata a lavorare per la moda, scrivendo e soprattutto occupandosi di relazioni pubbliche, e già da prima dei caroselli era sposata con un pubblicitario, Vitaliano Damioli, attivo con un proprio studio e poi fondatore, con Alberto Gandin e Vittorio Orsini (fratello dell’attore Umberto), di una delle più note agenzie interamente italiane degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, la ODG.