Esposizione Verdiana. Parma, 1913

Parma, Parco Ducale. Esposizioni per il Centenario della nascita di Giuseppe Verdi. Agosto-Ottobre 1913. Il Chiosco Barilla.

Nel nome di Giuseppe Verdi, una grande mostra – programmata a Parma per il 1913, centenario della nascita del sommo musicista – prendeva l’avvio, imperniata su quattro argomenti principali: Agricoltura, Storia del Teatro, Belle Arti e Musica. Veniva prescelto come luogo espositivo il Parco Ducale, che una schiera di qualificati tecnici ed artisti avrebbe abilmente “urbanizzato” sfruttando al meglio l’intera superficie a disposizione.

Gli edifici provvisori costruiti nel grande ventaglio d’ingresso del Giardino assecondavano il tracciato curvilineo dei percorsi pedonali e lungo il viale centrale venne eretto un curioso padiglione per la Barilla – oggi non più esistente – in uno spazio particolarmente accessibile lungo il viale centrale, a lato del monumentale edificio dedicato alla Mostra Storica del Teatro Italiano.

Studiato per servire da mostra, cottura e vendita del pane, il chiosco Barilla, emergente dal verde che lo circondava ma ad esso ispirato, rimase sempre attivo per tutta la durata della manifestazione.

Come riferisce il cronista della Gazzetta di Parma il 26 agosto 1913: “Un grande successo hanno ottenuto domenica tutte le mostre e tutte le attrazioni, ma un successo immenso l’hanno ottenuto i panini del chiosco dei Fratelli Barilla. Seimila settecento quarantadue panini sono stati confezionati domenica e venduti di mano in mano che uscivano dal forno: poiché in soli dodici minuti il forno elettrico cuoce ad una temperatura di 300 gradi i panini che si infornano da due bocche. La lavorazione dei panini Barilla vien fatta alla vista del pubblico e da esperti operai, che il pubblico segue, persuadendosi come con assoluta pulizia, con precisione, con prontezza, si possa compiere un immane lavoro e rispondere a tutte le richieste, talora pressanti, dal banco di vendita”.

L’architettura di questo stand presentava caratteristiche di originalità, non tanto nella forma cubica dell’impianto, quanto nel rivestimento decorato con rami d’albero sezionati longitudinalmente e fissati con ganci invisibili alle pareti. Il chiosco era arricchito da due vetrine, disposte ai lati del banco di vendita, mentre sul tetto, coperto con piastrelle di legno, spiccava, punteggiata di lampadine, la grande insegna Barilla e sul culmine, a somiglianza di un antico fastigio, svettava il marchio tridimensionale dell’azienda modellato dallo scultore parmigiano Emilio Trombara (1875-1934): la nota scultura in ceramica col garzone che versa un gigantesco uovo nella madia, il cui modello originale, donato dalla famiglia dell’Artista, è oggi conservato presso l’Archivio Storico Barilla.

Unica memoria di questa realizzazione è una cartolina, pubblicata dai Fratelli Bocchialini e venduta all’interno della stessa Esposizione.