MINA: Canzonissima a Carosello

di Emmanuel Grossi

Mina era testimonial Barilla ormai da tre anni, sempre efficace e vincente sebbene tutt’intorno fosse un continuo valzer di agenzie, case di produzione, contesti e strategie di comunicazione. L’autunno del 1968 fu un momento cardine della sua carriera: le venne infatti proposto di condurre con Walter Chiari e Paolo Panelli il varietà di punta della RAI, Canzonissima, che tornava in palinsesto dopo un quinquennio di tentati esperimenti e variazioni sul tema di esito alterno. L’edizione, firmata dal regista Antonello Falqui (artefice di tutti i successi televisivi di Mina e anche di alcuni suoi caroselli Barilla), sarebbe passata alla storia per eleganza, valore artistico e prestigio del cast, che annoverava quarantotto fra i più importanti cantanti italiani. Più Mina, prima inter pares.

La serie di caroselli che avrebbe debuttato subito dopo la finalissima del 6 gennaio 1969 fu dunque concepita come diretta emanazione dello show, sebbene dal Teatro delle Vittorie ci si fosse spostati in un night romano, il Vun Vun dell’EUR. Come a Canzonissima, Mina indossa un abito lungo nero con casacca bianca e ampie maniche a campana di Corrado Colabucci, il più elegante costumista del tempo, e ripropone canzoni già eseguite in trasmissione, alcune delle quali incise anche nell’album omonimo (Canzonissima ’68): Niente di niente, Quand’ero piccola, Sacumdì sacumdà, la sigla di coda Vorrei che fosse amore e le appena accennate Fantasia e Io innamorata.

Il risultato finale è però completamente diverso dal varietà del sabato sera.

La serie viene infatti affidata al più geniale dei registi pubblicitari italiani, Enrico Sannia, che rende i brani ancor più evocativi stagliando Mina, bionda e con quella sorta di ali bianche da angelo, nel buio fitto della sala e inquadrandola con arditi e repentini movimenti di macchina concordi con la musica. Lo affianca il direttore di fotografia Ennio Guarnieri, che aveva già lavorato con Mina nella prima serie di caroselli Barilla diretta da Valerio Zurlini; Sannia sarebbe invece tornato a girare per l’Azienda nel 1981 con la campagna Riscopri il gusto del mezzogiorno e poi nel 1995 con una serie di spottini fulminanti che reinterpretavano in chiave surreale lo slogan storico “È sempre l’ora dei Pavesini”.