VALERIO ZURLINI – Regista

(Bologna, 1926 – Verona, 1982)

Bolognese, figlio di genitori parmigiani, compie gli studi universitari – che lo porteranno a conseguire la Laurea in Giurisprudenza – a Roma, dove si accosta al mondo del teatro. Rivolge poi la sua attenzione al cinema alla fine degli anni Quaranta, realizzando, fra il 1948 e il 1953 una quindicina di documentari, in cui si rivela come uno dei più dotati registi di cortometraggi, con una autentica vena di ispirazione di chiara matrice realistica.
L’esordio nel lungometraggio avverrà nel 1955 con Le ragazze di San Frediano, tratto dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, in cui l’esperienza documentaristica si affianca alla narrazione fine e sensibile. Collabora successivamente con Alberto Lattuada, ma la sua piena affermazione come autore avverrà nel 1959 con la pellicola Estate violenta, «un’accorata storia d’amore sullo sfondo di un momento drammatico della vita italiana – la svolta finale della guerra – che conferma la sua attitudine a scavare nelle psicologie dei personaggi e la sua raffinata eleganza compositiva».
Il suo interesse per il “privato” emerge pienamente in La ragazza con la valigia, del 1961, affettuoso e delicato racconto dell’impossibile amore fra un ragazzo e una ballerina. Il film, girato in esterni nell’estate del 1960 a Parma, è l’occasione per riallacciare i rapporti fra il regista e Pietro Barilla (conosciutisi a Roma nel 1958 per la comune amicizia con Pietro Bianchi) che lo chiamerà a dirigere, nel 1965, la prima serie dei caroselli Barilla con Mina. E ancora per Barilla, Zurlini dirigerà Mina negli ultimi caroselli per Barilla. Colto, raffinato, amante dell’arte, darà un’interpretazione di grande spessore ai testi di Mina e contribuirà certamente alla evoluzione della sua stessa immagine. La sua passione per l’arte, che traspare in diversi caroselli da lui diretti, contagerà anche Pietro Barilla, che con la sua guida inizierà a frequentare artisti di vaglia.
Nel frattempo Zurlini nel 1962 era riuscito a concretizzare la realizzazione di Cronaca Familiare, rispettosa trascrizione di un’altra opera di Pratolini, dove ancora una volta domina la ‘poetica dei sentimenti’. Dopo alcune pellicole di modesto valore Zurlini tornerà ad occuparsi dei sentimenti, questa volta dominati dal dubbio esistenziale e dall’incombenza della morte, in La prima notte di quiete, del 1972.
Con grande perizia cura nel 1976 la versione cinematografica de Il deserto dei tartari, che traduce in splendide immagini il romanzo più popolare di Dino Buzzati.
Autore non prolifico, negli ultimi anni si è dedicato all’insegnamento presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e al doppiaggio di numerosi film stranieri.

Giancarlo Gonizzi

BIBLIO

GIUSTI Marco, Il grande libro di Carosello. Milano, Sperling & Cupfer, 1995, pp. 68-69 ma con numerose imprecisioni.